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Atalanta, bomba doping: Palomino positivo e sospeso

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La sorpresa ancor prima dell’inizio del campionato. Con al centro un difensore dell’Atalanta, finito sulle cronache nazionali per un fatto non felice: José Luis Palomino, 32enne della retroguardia della Dea, ha infatti fallito un controllo a sorpresa di Nado Italia. Il Tribunale nazionale antidoping, così, lo ha sospeso su istanza della Procura di Nado Italia. Nel campione prelevato all’argentino, infatti, sarebbero state rinvenute tracce di clostebol metabolita, uno steroide anabolizzante, sostanza proibita dal ranking della Wada, agenzia mondiale antidoping.

La nota dell’Atalanta conferma tutto - All’Atalanta dal 2017, Palomino ha giocato più di 200 partite con la Dea, segnando anche otto gol. Il difensore attualmente ha un contratto in scadenza nel 2025, e in queste ore era al centro delle operazioni di mercato, con diverse società interessate alle sue prestazioni, a cominciare da Lazio e Napoli. La società in serata ha poi pubblicato sul sito ufficiale poche righe confermando la sospensione: “Atalanta BC comunica che in data odierna è stata notificata, da parte del Tribunale Nazionale Antidoping, la sospensione cautelare dell’atleta José Luis Palomino — è scritto nel comunicato della squadra orobica — Il club comunica che, in attesa di valutare i prossimi passaggi procedurali, la segnalazione della Procura Nazionale Antidoping riguarda la sostanza Clostebol Metabolita”.

Il precedente caso di Morris Carrozzieri - Un caso simile fu quello relativo a Morris Carrozzieri, quando da allora difensore del Palermo — nella stagione 2008-09 e dopo un match giocato ad aprile in casa contro il Torino (vinto dai rosanero per 1-0) — risultò positivo alla benzoilecgonina (un metabolita della cocaina) in seguito a un test anti-doping. Fatto che l’ex difensore di Atalanta e Sampdoria ha ricordato in una precedente intervista con Sportweek: “La squalifica per doping? Sbagliai io, assunsi una sostanza derivante dalla cocaina in una serata milanese, 10 giorni prima di Palermo-Torino — disse l’ex giocatore — Sono stato fortunato, perché i miei familiari mi sono stati sempre vicino. E Maurizio Zamparini (allora presidente del club, ndr) è un secondo padre: poteva chiedermi i danni d’immagine, invece mi ha tenuto in Sicilia per tutti e due gli anni di squalifica, abbassandomi lo stipendio”.

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