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Red Bull, penalità-farsa. Voce-terremoto: "Chi c'è dietro"

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Una multa minima alla Red Bull, appena 7 milioni di dollari. Noccioline. E c'è chi parla già di Formula Farsa per la vicenda del budget cap, con il patteggiamento tra la Fia e la scuderia campione del mondo in carica. In aggiunta alla sanzione, una limitazione del 10% relativa ai test aerodinamici nella galleria del vento, che durerà per un anno. "Red Bull Racing è stato ritenuto in violazione, tuttavia, l'Amministrazione del Cost Cap ha riconosciuto che la Red Bull Racing ha agito in modo cooperativo durante tutto il processo di revisione e ha cercato di fornire ulteriori informazioni e prove, quando richiesto, in modo tempestivo, e ha riconosciuto che questo è il primo anno della piena applicazione del Regolamento finanziario e che non vi sono accuse o prove che RBR abbia cercato in qualsiasi momento di agire in malafede, in modo disonesto o fraudolento, né abbia intenzionalmente nascosto alcuna informazione all'Amministrazione Cost Cap", ha precisato la Fia. 

 

 


Giorgio Terruzzi, sul Corriere della Sera, parla di "una bolla di sapone", "un peccato veniale per una sanzione che pare un buffetto". E anche la penalità tecnica del taglio del 10% sugli sviluppi "significa rinunciare a circa 20 sessioni in galleria del vento su un totale di 220. Limite che i tecnici della F1 valutano attorno a 5 centesimi di mancato rendimento. Con la convinzione che 1,8 milioni di dollari valga almeno un decimo e mezzo". Secondo Terruzzi, un ruolo decisivo nella mano-piuma usata dal presidente Fia Ben Sulayem l'avrebbe avuto l'ex superboss della F1 Bernie Ecclestone, grande amico del manager Red Bull Christian Horner, "decisivo nell'azione di lobbying che ha portato alla elezione" dello stesso Ben Sulayem e, guarda caso, a quella della 46enne Fabiana Flosi a vicepresidente Fia. Fabiana che è la moglie di Bernie. "Diventa quasi automatico immaginare che il manager Red Bull abbia chiesto supporto a un mago dell'equilibrismo come Ecclestone, conoscendo la natura del rapporto che lo lega a Ben Sulayem", scrive Terruzzi. Che poi precisa, sibillino: "Sono supposizioni, sorrette da una quantità di indiscrezioni. Ma che la sentenza sia emersa al termine di consultazioni a triangolo (Horner-Ecclestone-Ben Sulayem) viene dato per scontato". 

 

 

 



Agli altri team non resta che adeguarsi e masticare amaro. "Siamo contenti che il team ha ammesso l'errore. L'entità del danno? E' una somma significativa. Noi come Ferrari pensiamo sia equivalente a quasi un paio di decimi, numeri che hanno impatto vero sulle gare", sottolinea Laurent Mekies, direttore corse della Ferrari, al termine delle FP2 del GP del Messico. "Sicuramente parliamo di una cifra importante che sia chiara e confermata. Penalità? Non siamo mai contenti di queste penalità perché il Competitor può spendere soldi altrove. Il nostro dubbio è che la riduzione del 10% abbia un effetto reale molto piccolo. Guardiamo avanti".

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