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Qatar 2022, la rabbia di Vittorio Feltri: "Tv spenta, non guardo nulla"

Vittorio Feltri
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Ora cominciano i mondiali di calcio in Qatar e, per la prima volta nella mia lunga vita, del pallone non mi importa nulla. Trovo che questo sport sia interessante solo se la nostra nazionale partecipa a una competizione planetaria. Le pedate che non siano date al pallone dai nostri compatrioti sono come un piatto di fusilli senza sugo. Indigeribili. Ho la convinzione che non guarderò neanche accidentalmente le partite che andranno in tv e così faranno i nostri concittadini, nessuno dei quali farà caso a calci d'angolo, punizioni e rigori che eventualmente saranno decretati durante gli incontri. Chissenefrega di una sfida pedatoria che esclude la nostra équipe, che per altro ha vinto quattro mondiali, cioè un record di vittorie meritatamente conseguite? Niente, io giuro che non vorrò vedere neanche un corner tirato da squadre che non conosco e non voglio conoscere.

 

 

 

 

Questo sport è parente stretto del patriottismo. Nelle gare internazionali, o sono presenti i nostri azzurri, oppure non stanno a cuore a nessuno. Cosa volete che mi importi se vince l'Argentina o la Spagna? Come appariranno sul teleschermo le immagini di certi incontri in cui non ci siamo noi, farò uno sbadiglio e me ne andrò a letto senza neanche sapere chi ha vinto e chi ha perso. Un match di football che non preveda la partecipazione attiva dell'Italia ha lo stesso minimo valore di una disputa tra gli specialisti di tiro a segno, che di spettacolare ha poco o nulla. E ciò sia detto con tutto rispetto per quelli che sparano come matti. Persino un incontro tra pallavolisti suscita più emozioni di una partita priva della presenza della nostra (quasi) amata nazionale che, dopo aver vinto con l'aiuto di Sanculo l'Europeo, è stata esclusa dalla competizione massima, cioè il mondiale. Insomma siamo tristi e anche un po' arrabbiati all'idea di non partecipare alla festa finale, della quale eravamo quasi sicuri di essere protagonisti.

 

 

 

 

 

Invece niente, siamo qui tutti ad imprecare con il televisore spento e maledetto. Infatti questo sport è qualcosa di magico che unisce e divide l'Italia, che è stata la nazione dei comuni, dove ogni città è contro le altre, per puro campanilismo, eppure il tifo è un collante che unisce tutti noi e ci fa sentire uguali. Non c'è nulla che fonde i popoli più della passione sportiva. Mi rendo conto che questo mio articolo ha un sapore funerario, ma credo che interpreti lo stato d'animo di tanta gente come me orfana di partite importanti, soprattutto perché mentre si disputano i mondiali noi non avremo neppure la consolazione delle partite del nostro campionato. Aspetteremo con pazienza, e smoccolando, di rivedere i nostri eroi in campo.

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