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Vialli, la scomoda verità sull'abbraccio a Mancini

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Addio, Gianluca Vialli. Addio, campione. Il tumore al pancreas se lo porta via a 58 anni dopo una battaglia durata cinque anni. Il calcio in lutto per la morte di un personaggio unico, sfaccettato, ammirato, amato. E uno degli ultimi ricordi sportivi di Gianluca Vialli è quell'abbraccio a Roberto Mancini dopo il trionfo a Wembley, la finalissima vinta dagli azzurri contro l'Inghilterra padrona di casa. Un abbraccio toccante, di pura gioia, liberatorio, tra le lacrime di entrambi. Un'immagine forte, per certi verti anche dolorosa, un'immagine già entrata nella storia del nostro Paese, storia non soltanto calcistica.

E nel giorno dell'addio a Gianluca Vialli, ha un senso ascoltare quel che disse lui stesso commentando quelle immagini. Lo fece a Che tempo che fa, il programma condotto da Fabio Fazio su Rai 3, dove si trovava insieme proprio a Roberto Mancini, i gemelli del gol, appunto. "Da parte mia è stato un abbraccio completo, cioè c'era un po' tutto, l'aspetto sportivo e il ricordo di Wembley, la gioia per un nuovo traguardo raggiunto e inaspettato, la paura che aveva condizionato entrambi per via delle mie condizioni - ricorda Vialli -. È venuto a galla tutto questo e queste lacrime erano piene di tutti questi sentimenti in un colpo solo. Sono abbracci ancora più belli rispetto a quelli di quando io gli passavo la palla e lui faceva gol", ricorda Gianluca Vialli, ammettendo che quell'abbraccio, insomma, non fosse soltanto pura gioia.

 

In risposta, Fabio Fazio commentava: "Sono molto d'accordo, è come se tutta la vita trascorsa e le difficoltà dessero un significato a quell'abbraccio". Dunque viene riproposto proprio il video di quell'abbraccio, e al rientro in studio Fazio si rivolge a Gianluca e chiede: "Cosa stavi dicendo a Roberto mentre vedevate queste immagini?". E Vialli: "No, dicevo che c'era una persona del nostro gruppo sempre alle spalle di Roberto nella speranza di essere inquadrato. Uno di quei professionisti da fotografia che ogni tanto capita di avere nel gruppo. In senso buono, naturalmente". Sagace, pungente, ironico e dolce. Semplicemente Gianluca Vialli.

 

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