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Juve, vendetta-Elkann contro Agnelli: il club al rivale in amore

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Di una cosa si può stare certi: la Juve che si sta componendo, e stiamo parlando di dirigenza e non di giocatori, è quanto di più distante dalla Juve che c’era e che fa ormai parte del passato. È di ieri la notizia che Francesco Calvo è il nuovo Chief Football Office (responsabile dell’area sportiva), il ruolo che è stato ricoperto sino a pochi giorni fa da Maurizio Arrivabene. La decisione è stata presa da John Elkann, in netta discontinuità con la gestione precedente del cugino Andrea Agnelli, due giorni dopo la sentenza della Procura Federale che ha inflitto ai bianconeri 15 punti di penalizzazione.

 

 

Francesco Calvo, 44 anni, era entrato nella Juventus nell’ottobre 2011 chiamato da Andrea Agnelli - il suo miglior amico all’epoca - quale Commercial Director e nel 2014 era stato promosso a Chief Revenue Officer. Uscì dal club per un motivo che non riguardava il calcio: sua moglie, l’ex modella turca Deniz Akalin, si legò sentimentalmente ad Andrea Agnelli e le strade dei due ex amici si divisero in modo brusco e imbarazzante. Dal 2015 al 2018 Calvo ha rivestito il ruolo di Chief Revenue Officer nel Barcellona, poi nella Roma per poi ritornare a lavorare nella Juventus nell’aprile scorso, ma con mansioni di marketing. Ora, il grande ritorno nelle stanze di comando della Vecchia Signora e con compiti importanti. Una conferma che John Elkann sta riformando la società su basi radicalmente nuove, con uomini che sanno di finanza e di conti.

 

 

Una scelta presa per comporre una “squadra” di vertice che eviti figure come quelle rimediate ultimamente e ricomponga una situazione finanziaria ed economica che, attualmente, è nettamente in rosso. Intanto dopo la sentenza della giustizia sportiva sono arrivate intimidazioni e insulti via social contro il procuratore della Federcalcio Chinè, il presidente della Figc Gravina e la sua compagna. La società bianconera ha subito condannato l’accaduto: «Prendiamo le distanze da quelle espressioni di minaccia e odio di pseudo tifosi», ha spiegato l’ad bianconero Scanavino che comunque ha confermato la linea dura della Juventus. «È stata una sentenza ingiusta e iniqua e non lo crediamo solo noi. La giustizia federale può comportarsi in modo sommario e ingiusto e questo crea preoccupazione, oggi è successo alla Juve ma può succedere ad altre. Dobbiamo essere pronti a tutto».

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