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Inter, da Lukaku in poi: dove nasce questa stagione disgraziata

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Claudio Savelli
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Il calcio, come la vita, è un’equazione fatta di scelte. Vince chi ne azzecca di più, rischia chi fa cinquanta e cinquanta, fallisce chi ne sbaglia troppe. L’Inter sta perdendo tante, troppe partite - già 6 in campionato, ben oltre la soglia massima per ambire allo scudetto - perché quasi tutte le ultime decisioni si stanno rivelando sbagliate. La più evidente è Skriniar. Se è vero che l’offerta del Psg era di 50 milioni più 10 di bonus (così ha “spifferato” l’agente Roberto Sistici a Telenord), l’unica cosa da fare era stampare i contratti. Un difensore a quelle cifre si vende sempre, figurarsi se in scadenza di contratto. Era una soluzione perfetta, è diventata un problema: il mondo sa che non rinnoverà quindi non si azzarda ad offrire 15-20 milioni per accaparrarselo in questi giorni. Secondo errore: l’acquisto di Bellanova. Contestabile per la formula e per il ruolo più che per il rendimento del giocatore, che a dir la verità non ha avuto molte opportunità di mettersi in mostra. Il prestito è costato 3 milioni, il riscatto è fissato a 7: fanno 10, il budget per un buon difensore di prospettiva. Che serviva più di un esterno destro: in quel ruolo, l’Inter contava già Darmian e Dumfries.

SERVIVA UN RESTAURO
Perché non dirottare il budget su un centrale difensivo visto che pure De Vrij e D’Ambrosio sono in scadenza? I gol subiti quest’anno non sono un caso ma la conferma che la retroguardia aveva bisogno di un restauro. L’ingaggio di Bellanova avrebbe avuto senso in caso di cessione Dumfries, acquistato per 12 milioni più 2 di bonus, quindi plusvalenza pressoché assicurata. Sull’olandese si è deciso di temporeggiare, forse perché le offerte (del Chelsea soprattutto) non arrivavano ai 40 milioni richiesti, forse per aumentarne il valore. Stadi fatto che prima del Mondiale era titolare mentre ora è la terza scelta dietro ai due compagni italiani. Chissà se è per problemi fisici o per le trattative in corso, in ogni caso è difficile chiedere certe cifre per un calciatore che non entra nelle rotazioni. In estate si è preferito operare in ruoli più coperti. In attacco, ad esempio, il club ha dovuto forzare l’uscita di Sanchez per fare spazio a Lukaku.

Per Big Rom sono stati stanziati 8 milioni, mica pochi per un prestito annuale senza alcun diritto di riscatto. Certo, la serie di sfortunati eventi ha condizionato la stagione del belga ma, a prescindere, si può pensare che quegli 8 milioni per un prestito siano troppi, soprattutto se sommati all’ingaggio da oltre 11 lordi. L’Inter di conseguenza ha dovuto rinunciare a Dybala, che sta trascinando (7 gol e 5 assist in 13 presenze in A) la Roma al fianco dei nerazzurri in classifica. Lo spazio per la Joya avrebbe potuto crearlo Correa. Altro errore. Quei 30 milioni gridano vendetta soprattutto perché l’hanno reso invendibile, a meno di iscrivere una minusvalenza a bilancio: esattamente ciò che l’Inter non può permettersi. È facile giudicarle con il senno di poi ma è anche doveroso per capire le ragioni di una stagione storta. Sbagliando si perde e, forse, si impara.

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