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Milan, "chi ha tradito Stefano Pioli": crisi rossonera, ora si capisce tutto

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Claudio Savelli
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Seppur a calcio si giochi con i piedi, il problema del Milan è nella testa. Perché in testa alla classifica ha pensato di poter stare anche quest’anno, senza considerare il ridimensionamento delle forze dovuto alle partenze di Kessié e Romagnoli, all’assenza di Ibra, alla miriade di infortuni e al mercato sbagliato. Le linee dirigenziali hanno sopravvalutato la rosa. È forse il primo errore della coppia Maldini-Massara. Visto lo scudetto appena vinto e il passaggio di proprietà tardivo in estate, non hanno cambiato modo di gestire gli affari: investimenti su giovani dalle buone referenze (De Ketelaere) o semisconosciuti (Adli, Thiaw e Vranckx), sperando di trovare altri Leao, nel primo caso, o altri Kalulu, nel secondo. Detto che in questo periodo pure questi ultimi stanno deludendo, non è sempre domenica e non tutti gli acquisti sono affari. Il Milan non ha cambiato il mercato nonostante fosse cambiato il suo status.

Certo non è facile archiviare il modo di pensare che ha portato al successo, ma un dirigente deve saperlo fare perché stupire è una cosa, confermarsi un'altra. Servivano campioni fatti e finiti anche perché la rosa non aveva bisogno di essere svecchiata. L’assenza di giocatori capaci di superare la crisi spiega il rapido passaggio ad un andazzo da retrocessione - con i due punti nelle ultime quattro giornate, il Milan sarebbe terzultimo davanti a Cremonese e Samp. Ma gli errori sono anche nella testa di chi va in campo. Di Pioli, che in queste settimane si è autoconvinto di poter ritrovare il suo Milan preferito, quando sarebbe stato più logico schierarne una versione “antisommossa”. Nonostante il calo di prestazioni e di risultati, non ha mai cambiato schema né idee, ordinando sempre e comunque un 4-2-3-1 a tutto sprint. Ed è vero che la fortuna aiuta gli audaci visto che nella settimana pre-derby in cui per la prima volta ragiona sul passaggio al 4-3-3 per rinforzare la mediana perde uno dei due centrocampisti titolari: Bennacer ha accusato un dolore al bicipite femorale sinistro, verrà rivalutato nei prossimi giorni ma è probabile uno stop di un paio di settimane. Salterà la stracittadina (domenica sera) che un anno fa piegò il campionato verso il Milan.

FALLIMENTO
Pioli dovrà arrangiarsi con ciò che resta, come ha sempre fatto in stagione. A Tonali e Pobega potrebbe affiancare Krunic per costruire quel centrocampo più denso reclamato a gran voce dai tifosi. Un uomo in più in mezzo certificherebbe il fallimento del mercato incentrato su De Ketelaere ma potrebbe aiutare la difesa rossonera che d’un tratto è diventata un colabrodo. Ecco un altro problema di testa. I giocatori non si fidano di Tatarusanu per via dei 14 i gol subiti su 19 tiri degli avversari (nel 2023 in campionato il 73% delle conclusioni rivali entra in rete) ma dovrebbero farsi un esame di coscienza. I centrali Tomori, Kalulu, Kjaer e Gabbia, i terzini Calabria, Theo e Dest, sono tutti al di sotto del livello minimo accettabile.

Lo dimostrano i 18 gol incassati in un solo mese, prima volta assoluta nella storia del club (erano stati al massimo 16 nel maggio 1958, 15 nel marzo 1974, 14 nel giugno 1947 e 14 nel maggio 1942) e record negativo nei top-5 campionati europei nel 2023. Nel giro di otto mesi, il Milan è passato dalla miglior difesa d’Europa alla peggiore. Il problema, quindi, è nella testa dei giocatori. Anche “fisicamente”. Basti pensare che i gol subiti di testa, appunto, sono ben 8, il peggior dato in serie A. E se è vero che le marcature nei calci piazzati si devono per lo più alla concentrazione, è la conferma che il Milan non è più sul pezzo. È spaventato. D’altronde vedendo il Napoli fuggire, la Coppa Italia sfuggire e un’Inter altalenante prevalere nettamente in Supercoppa, è tornato nella cruda realtà che non viveva da oltre un anno. Quella in cui, come dice Pioli, l’obiettivo massimo è la Champions.

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