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Plusvalenze, "la Roma trema più della Lazio": cosa rischia davvero

Daniele Dell'Orco
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A Roma c'è un caos calmo. Roma e Lazio, all’indomani della visita degli agenti della Guardia di Finanza, si dicono tranquille. Qualcosa però, nelle indagini della Procura della Capitale (per i giallorossi) e di quella di Tivoli (per i biancocelesti), si sta muovendo. Entrambi i club sono finiti nel mirino delle Fiamme Gialle per presunte plusvalenze fittizie. Il Procuratore Figc Chiné attende solo la trasmissione della carte dalla giustizia ordinaria per far scattare anche l’indagine sportiva, ma stavolta vuole tutto in mano prima di procedere e capire le tempistiche. Vuole comprendere da sé se questa nuova ramificazione del caso plusvalenze possa poi portare eventualmente a pene afflittive in questa stessa stagione.

Ieri è stato informato costantemente su quanto stava avvenendo nelle sedi di Trigoria, Formello e Salerno (il club campano rientra nell’indagine che coinvolge la Lazio visti gli affari di mercato tra le due società), con i blitz, le perquisizioni e le verifiche incrociate su conti, telefonini e bonifici riguardanti la compravendita dei calciatori nelle stagioni dal 2017 al 2021. Intanto sono finiti sotto sequestro oltre a vari pc e telefoni tutti i documenti degli affari sotto inchiesta, e sono stati iscritti nel registro degli indagati gli attuali e i precedenti proprietari della Roma da un lato (Pallotta e i vecchi dirigenti, ai quali si uniscono Dan e Ryan Friedkin più Francia e Berardi) e della Lazio dall'altro (Lotito e Tare). Ora bisognerà comprendere come si evolveranno i due filoni.

ACCUSA CHIARA
Nel caso della Roma l’accusa è piuttosto chiara: i dirigenti «esponevano fatti materiali non rispondenti al vero o... omettevano fatti rilevanti», e lo facevano «al fine di conseguire ingiusto profitto», mettendo in moto operazioni di mercato chiuse per importi «notevolmente maggiorati o comunque non rispondenti al valore di mercato». In sostanza, le plusvalenze, non proprio ortodosse, venivano utilizzate per ritoccare i bilanci. Si tratta di una decina di affari: per quanto riguarda la gestione Pallotta le cessioni di Marchizza, Frattesi, Tumminello e Luca PelleL grini e gli acquisti di Defrel, Spinazzola e Cristante; perla gestione Friedkin invece figurano i cambi di casacca di Cetin, Cancellieri, Diaby e Kumbulla, tutti inseriti nella trattativa che ha portato il difensore dal Verona alla Roma (le cifre di tutte le compravendite sotto inchiesta sono di 118,5 milioni in entrata e 18,5 in uscita).

EVENTUALI ISTANZE
Gli articoli del codice di giustizia sportiva che regolano i casi in questione sono il 4 (impone «l’osservanza dei principi della lealtà(...)») e il31 (disciplina le violazioni in materia gestionale ed economica, in sostanza gli artifici contabili). Non conoscendo soprattutto le eventuali istanze difensive e le contestazioni nel dettaglio, è difficile fare previsioni su cosa rischi il club giallorosso dal punto di vista della giustizia sportiva. Nel caso della violazione del primo articolo si rischiano multe e penalizzazioni, mentre il secondo articolo è ben più spinoso e potrebbe portare a sanzioni più pesanti, compresa la retrocessione, a seconda della misura del “vantaggio” sportivo ritenuta collegata ai trasferimenti. Così come per la Roma, anche le dirigenze di Lazio e Salernitana si dicono tranquille.

Nel caso dei granata, in effetti, i rischi sono minimi visto che adesso è entrata la nuova proprietà di Danilo Iervolino. Alla Lazio, invece, viene chiesta chiarezza circa i trasferimenti di calciatori tra Salerno e la Capitale di Sprocati, Casasola, Marino, Cicerelli, Novella, Morrone e Akpa Akpro, soprattutto alla luce dell’inesistenza di scambi nelle operazioni sotto la lente e di plusvalenze, già ratificate dal conto della Lega, controllate dalla Consob. Nel complesso, si tratta di affari che hanno generato vantaggi contabili per la Salernitana per circa 22 milioni. La sanzione più probabile nel caso venisse accertato un illecito potrebbe essere quella dell’ammenda con diffida, poiché le violazioni gestionali non sarebbero state determinanti per iscriversi al campionato. In quel remoto caso, potrebbe arrivare addirittura la retrocessione o l’esclusione dal campionato e, se venisse tirata in ballo anche la mancata lealtà (l’idea di un sistema illecito), una penalizzazione in termini di punti.

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