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Luciano Spalletti si gioca tutto con la Macedonia? Ecco su chi punta

Claudio Savelli
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L’Italia deve dimenticarsi dell’esistenza dei playoff. Ne ha diritto, non dovesse riuscire ad arrivare seconda nel girone di qualificazione ad Euro 2024, ma visti i precedenti è meglio far finta di niente. È ora di imparare a dare il meglio di sé anche quando c’è una seconda occasione già apparecchiata, onde evitare di dare il peggio di sé quando la pressione diventa troppo pesante.

L’Italia che affronta la Macedonia del Nord (alle 20.45, diretta Rai Uno) in un Olimpico di Roma quasi esaurito (47mila biglietti venduti più 3mila bambini delle scuole calcio invitati) deve dimostrare di conoscersi almeno un po’, altrimenti la doppia assenza agli ultimi Mondiali non sarà servita a nulla.

Serve «una Nazionale all’altezza della propria storia, con un carattere forte e capace di portare avanti una precisa idea di calcio». La mente che genera «un gioco di livello internazionale», non il contrario: ecco la ricetta di Luciano Spalletti, opposta rispetto a quella del predecessore Mancini. Pur essendo un tattico convinto, il ct cura prima l’aspetto mentale perché senza una certa leggerezza, non può esserci una proposta di gioco elaborata, strutturata, spallettiana. Luciano ha perso pezzi, in ultimo Bastoni che per lui è fondamentale, ma mai la fiducia. «Ho una squadra buonissima a disposizione, un ottimo telaio da cui ripartire».

MANCINI E CARNESECCHI
Gianluca Mancini e Carnesecchi (Vicario è influenzato) si sono aggregati alla squadra a Roma, ma la formazione è fatta senza di loro: al posto di Bastoni, al fianco di Acerbi, giocherà Gatti, in una difesa con Darmian e Dimarco esterni che altrimenti sarebbe stata interamente nerazzurra. A centrocampo torna Jorginho in cabina di regia con ai fianchi Barella e Bonaventura, autore del suo primo gol in Nazionale un mese fa. Davanti: Berardi, Raspadori e Chiesa, tridente al momento ideale nella testa di Spalletti.

La scelta di Raspadori è dettata dall’avversario. La Macedonia, rispetto all’Ucraina che affronteremo lunedì probabilmente con Scamacca dall’inizio, si chiude e intasa gli spazi, per cui il centravanti - sì, è un centravanti - del Napoli è l’ideale. Lo dimostrano i precedenti terribili: l’1-1 di settembre, esordio di Spalletti, e il drammatico 0-1 del marzo 2022 nei playoff mondiali hanno visto come punta titolare Immobile senza che ci fosse mai campo in cui correre, specialità del capitano della Lazio. Visto che la Macedonia è sempre uguale a se stessa, è buona cosa studiare i precedenti incontri.

Spalletti sembra averlo fatto. La scelta di Chiesa è dettata dal e gerarchie da ristabilire. Spalletti lo ha sempre convocato e ritenuto un titolare («Con lui guadagniamo tanto: ha un grande strappo, sa saltare l’avversario, segnare e ha una personalità di altissimo livello») ma l’ala bianconera aveva declinato per qualche acciacco, secondo la critica troppo leggero per giustificare l’assenza.

Non a caso il ct ha scelto proprio Chiesa come giocatore al suo fianco ai microfoni: bisogna dare voce ad uno dei nuovi leader azzurri, o perlomeno a uno a cui si chiede di essere leader. «Dobbiamo qualificarci, altrimenti siamo qui a parlare del nulla...», spiega un Federico di poche parole. Servono i fatti. Servono 4 punti in due partite per staccare il pass per gli Europei da difendere da campioni in carica. In caso di vittoria contro la Macedonia basterà un pareggio contro l’Ucraina sul neutro di Leverkusen. Ma è meglio che l’Italia non si perda in calcoli né pensi all’esistenza dei playoff. Giochi come se non ci fosse un domani, altrimenti, di nuovo, non ci sarà.

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