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Stefano Pioli "appeso a un filo", boatos al Milan: tutto in 24 ore, cosa accadrà

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Gabriele Galluccio
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Pioli, un penny per i tuoi pensieri. Questo modo di dire americano si addice alla situazione, dato che Gerry Cardinale ha deciso di riportare Ibrahimovic al Milan, in un ruolo alquanto fumoso, almeno per il momento. Cosa pensa l’allenatore rossonero del ritorno di Zlatan? Ne sarà felice o accuserà il peso di una figura così ingombrante? Un conto era avere lo svedese nello spogliatoio, in qualità di calciatore carismatico che poteva permettersi di tenere in mano le redini del gruppo, un altro sarà averlo in ufficio, non si sa bene a fare cosa.

Magari Ibra sarà tutti i giorni a Milanello per stare vicino a Pioli e alla squadra, andando a colmare il vuoto lasciato dal siluramento di Maldini. Se è così, la proprietà americana non lo ha specificato: anzi, sembra che Zlatan torni per occuparsi di tutto ciò che non è direttamente collegato al campo. I tifosi rossoneri hanno accolto la notizia come se stesse arrivando il salvatore della patria, senza fermarsi a riflettere sulla portata di tale operazione, che appare soprattutto mediatica.

 

Da questo punto di vista è già un successo, però l’effetto durerà poco se in campo non si verificherà una svolta. E torniamo allora a tutte le domande che passano nella testa di Pioli in queste ore: Ibra può aiutarlo? La sua figura gli farà perdere ulteriormente la leadership o sarà un incentivo per la squadra a raggiungere risultati migliori? Perché la proprietà ha sganciato la bomba Zlatan alla vigilia di una partita così importante? E qual è il suo intento, rimediare all’errore commesso licenziando Maldini e Massara? Insomma, i punti di domanda sono tanti e la certezza è solo una: nessuno vorrebbe essere nei panni di Pioli. Se il Milan si riprenderà sarà merito dell’effetto Ibra, se continuerà ad affondare il capro espiatorio sarà invece l’allenatore.

 

 

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