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Giovanni Sartori, l'architetto del Bologna: chi è il mago del quarto posto

Leonardo Iannacci
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Senza ripetere i paludati luoghi comuni («Sta tornando il Bologna che tremare il mondo fa!»), occorre fare dei ragionamenti sul quarto posto solitario su quel che è squadra rivelazione del campionato. Innegabile che “Drago Motta” sia il tecnico che ha dato identità alla squadra: la difesa granitica (12 gol subìti, meglio hanno fatto solo Inter con 7 e Juventus con 10), il possesso palla (mai sotto il 60% contro la Roma) e gli schemi costruiti su geometrici triangoli, sono medaglie che l’ex perno dell’Inter del Triplete può appuntarsi al petto. Joshua Zirkzee, 22 anni, è il centravanti atipico da 7 gol in 15 partite che sfodera tocchi alla Roberto Baggio. E che sarà un uomo-mercato a fine stagione.

Ma il vero segreto nel dietro le quinte di questo fantastico Bologna si chiama Giovanni Sartori, ovvero lo stratega del mercato che ha costruito questo squadra come fece Mary Quant con la minigonna: la stilista inglese vestì le donne... svestendole, Sartori ha edificato il Bologna privandolo del suo pezzo pregiato, ovvero Arnautovic. Da due anni Joey Saputo, stufo di bilanci in rosso, ha mollato Riccardo Bigon e si è affidato all’uomo che, a inizio millennio realizzò il miracolo Chievo e, successivamente, ha fatto l’Atalanta sempre più Dea (che ritroverà col suo Bologna sabato al Dall’Ara alle 15).

 



Sartori è sbarcato al Bologna nell’estate del 2021 e, con operazioni intelligenti, ha subito acquisito giocatori sconosciuti e giovani: l’austriaco Posch, pagato un paio di milioni di euro, lo scozzese Ferguson (2), il colombiano Lucumi (3), il croato Moro (6), Cambiaso in prestito, infine la punta di diamante Zirkzee, pagato 8 milioni dal Bayern Monaco e che, oggi, ne vale più di 25. La scorsa estate, la seconda ondata di magate: Sartori ha ceduto Schouten, Dominguez e Barrow per una trentina di milioni. Poi ha dato il via all’operazione Arnautovic all’Inter e con il ricavato (35 milioni circa) si è scatenato: ha preso Calafiori e Ndoye dal Basilea per 12 milioni, Beukema e Karlsson all’AZ Alkmaar per 20, Fabbian dall’Inter nell’operazione Arnautovic, infine le tre ciliegine sulla torta: i prestiti di Freuler dal Nottingham Forest, Kristiansen dal Leicester e Saelemaekers dal Milan. Il mercato estivo è finito in pareggio, non accadeva da anni, e il Bologna si è trovato fra le mani una rosa giovanissima (25 anni l’età media) e futuribile, composta da giocatori tutti affamati. Sartori, un tipo riservato che va poco sui giornali e niente in televisione, ha spiegato così il suo Bologna in zona Champions: «Come scelgo i giocatori? Mi fido il giusto della tecnologia, non ho neppure whatsapp. Per età e convinzione vado sui campi.

Ai tempi dell’Atalanta vedevo 200 partite live all’anno, ora la metà. Motta? Ha ideee, coraggio e li trasmette alla squadra. Ha tutto per fare l’allenatore in una grande. Zirkzee? Mi convinse quando era all’Anderlecht e segnò 16 gol in una stagione». A 63 anni Sartori è contento di lavorare per il cantiere Bologna: «Ho vissuto nella mia vita favole come Chievo e Atalanta e mi ritengo fortunato». Per il 2024 l’architetto del Bologna ha altri colpi in canna: Vasilije Adzic, 17 anni, stellina del Buducnost, e Santiago Castro, 19enne punta del Velez Sarsfield. «Perché precludere il desiderio di sognare qualcosa di più grande?» si chiedeva un raggiante Cesare Cremonini dopo il 2-0 alla Roma. Ad esempio un blitz in Coppa Italia, domani a San Siro contro l’Inter. Difficile ma non impossibile. 

 

 

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