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Girona, prodigio nella Liga: i soldi del City e quella voglia di "vendetta"

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Gabriele Galluccio
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Si fa presto a parlare di nuovo Leicester, a tirar fuori la solita narrativa stucchevole della favola, della Cenerentola che al grande ballo attira tutti gli occhi sudi sé. Il Girona vuole durare oltre la mezzanotte: magari non riuscirà a vincere la Liga, avendo alle calcagna i fenomeni del Real Madrid di Ancelotti, ma di certo non si trasformerà in zucca dalla sera alla mattina. Questo perché il Girona è frutto di un esperimento riuscito del City Group, senza neanche dover sperperare soldi: è bastato mettere le persone giuste nei ruoli più importanti e lasciarle lavorare in santa pace.

A partire dall’allenatore Michel che, dopo una vita spesa tra campo e panchina al Rayo Valecano, sta vivendo i suoi migliori anni con il Girona. Sullo sfondo ci sono il ds Carcel e Pere Guardiola, fratello di Pep e presidente del consiglio di amministrazione del club. Ma è il tecnico 48enne a essere sulla bocca di tutti, e per valide ragioni: ciuffo corvino e maglioncino alla Arteta, gioca un calcio moderno, ambizioso ma al tempo stesso consapevole. La qualità migliore della sua squadra è di saper leggere i momenti, di capire quando andare all’arrembaggio e quando invece soffrire, badando al sodo.

 



Il 4-3-3 con cui si schiera il Girona è più flessibile di quello che si potrebbe pensare, essendo il modulo di riferimento di ideologi e filosofi contemporanei del pallone. Pressing alto, costruzione dal basso e possesso palla rientrano nelle idee di Michel, ma non sono un’ossesione: la verticalità è importante nel suo calcio, così come l’estetica non è tutto.

PROFETI E LEZIONI
Il Girona sta dando una lezione a tanti, che in Italia potrebbe essere preziosa ad esempio per il Napoli, intristito e smarrito nel vano tentativo di inseguire la stessa idea di gioco che lo ha condotto allo scudetto. Esistono anche altre strade per vincere e soprattutto per giocare bene. Michel è un profeta del buonsenso e sta ottenendo risultati straordinari: il Girona ha perso una sola partita, il 30 settembre contro il Real Madrid, ed è primo in classifica con 44 punti, 14 vittorie in 17 partite e 41 gol (miglior attacco). Gli uomini di Ancelotti sono gli unici che stanno tenendo questo passo da scudetto, mentre Barcellona e Atletico Madrid sono già sprofondati a -9 e -10. La squadra che sta comandando la Liga è piena di talento, guidata da alcuni elementi di grande esperienza: su tutti Daley Blind e David Lopez, titolari inamovibili. E poi c’è il capitano Cristhian Stuani, che merita un capitolo a parte: 37 anni, fu portato in Europa dalla Reggina con enormi aspettative, salvo poi essere liquidato come un bidone dopo una mezza stagione che si concluse con la retrocessione.

MIX PERFETTO
In Spagna ha poi trovato la sua dimensione, in particolare al Girona, con cui ha segnato 124 gol in 230 partite. Gli ultimi tre sono stati più pesanti di tanti altri: con il Valencia ha giocato un quarto d’ora e ha siglato una doppietta, ribaltando la partita; con il Barcellona è entrato e ha deciso il 4-2 finale con una rete e un assist. Stuani è il jolly della squadra, parte quasi sempre dalla panchina ma quando entra è circondato da un’aura speciale: dà sempre l’impressione di poter accadere qualcosa con un gol o una giocata importante. Insomma, il Girona si fonda su un gruppetto di “vecchi saggi” che dà stabilità alla squadra, consentendo allo stesso tempo ai più giovani di liberare il loro talento. È il caso del 19enne Savio, brasiliano “puro” tutto dribbling e fantasia, e del 21enne Yan Couto, terzino portoghese di grande qualità in prestito dal City. Senza dimenticare i due ucraini, che sono scappati dalla guerra e hanno trovato l’America a Girona: entrambi 26enni, l’esterno Viktor Tsygankove il centravanti Artem Dovbyk sono punti fermi nell’attacco di Michel. Il numero 9 sta disputando una stagione speciale, giustificando i 7,5 milioni spesi per prelevarlo dal Dnipro: è stato l’acquisto più costoso del Girona in estate e adesso vale almeno il doppio, dato che con 10 gol sta segnando più di Lewandowski, Morata e Griezmann, meno soltanto di Bellingham. Nelle settimane a venire potranno presentarsi momenti difficili, ma se il Girona manterrà intatti lo spirito e la mentalità con cui gioca a calcio, allora nessun traguardo gli sarà precluso.

 

 

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