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Juventus già pronta per il 2024

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Claudio Savelli
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Fa bene il calcio italiano a lamentarsi per la cancellazione del decreto che teoricamente ne ha agevolato la crescita, ma dovrebbe anche curarsi di ciò che offre in cambio. Se è lo spettacolo di Juventus-Roma, un alieno potrebbe dire che la fine delle agevolazioni è meritata. Certo, toccherebbe spiegare che le due cose non sono connesse e nel mentre però appuntare, in un atto di onestà, che bisognerebbe curare il prodotto calcio a prescindere dalle leggi che lo governano. Si può fare meglio, si può proporre qualcosa di più godibile del primo tempo dell’Allianz che pare estratto dagli anni ’90, quando il calcio era migliore solo per gli inguaribili nostalgici che non guardano più lo straccio di una partita. Ed è lecito aspettarsi di più da Allegri e Mourinho, i due allenatori più pagati della serie A.

Anche perché, in realtà, escludendo l’Inter, la Juventus è tra le grandi l’unica ad essere cresciuta in quanto a identità e proposta quest’anno. Partiva dalla negazione totale del gioco, quindi aveva vita più facile, ma è la sola oltre all’Intera perseguire un progetto e a migliorare in modo organico e costante. Le altre sono tutte ferme o peggiorate.

 

Vedi il Milan, che batte il Sassuolo solo perché quest’ultimo al momento è la peggior formazione del campionato (e sarebbe ultima senza le due vittorie, a questo punto strane, contro le prime della classe); vedi il Napoli che non ha più nulla di Spalletti (quanto conta l’allenatore nel calcio d’oggi); vedi la Lazio che, come tutte le orchestre, soffre l’assenza di grandi interpreti; vedi la Roma che sembra non credere di poter giocare meglio. Insomma, in questi primi mesi della stagione, solo l’Inter e la Juventus sono evolute nelle rispettive idee di gioco. Idee diverse, quasi opposte, che rendono interessante il racconto di un campionato che altrimenti avrebbe poco di memorabile perché tanti, forse troppi progetti sembrano sfibrati. La buona notizia è che, se non ci sono soldi e ce ne saranno meno, i progetti possono ritrovare linfa con le stesse persone. Lo sta dimostrando Allegri. Potrebbe e vorrebbe farlo anche l’amico Mourinho. Bisogna crederci. Sarebbe un punto di ripartenza.

 

 

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