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Var, non solo Nasca: tutti i disastri del girone d'andata

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Gabriele Galluccio
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«Si parla solo di questo cazzo di Var», ha tuonato Andreazzoli dopo che l’Empoli ha perso 3-0 con il Milan, anche a causa di un rigore che secondo l’allenatore - è una «schifezza». Al di là del singolo episodio, il concetto espresso da Andreazzoli merita attenzione: «Ci sono mille interpretazioni e non si capisce più nulla, con la stessa situazione che viene gestita in modo diverso. Non va bene perché si perde credibilità e ne va del futuro di questo sport».

L’allenatore ha centrato perfettamente il punto: il calcio con il Var doveva lasciarsi alle spalle l’epoca delle polemiche arbitrali e invece ha scoperto che si stava meglio prima. Almeno l’errore di un singolo uomo era più facile da accettare, mentre adesso è inconcepibile che a sbagliare siano in tre: uno in campo e due addirittura in sala davanti al video. Ormai è lampante che il modo in cui viene utilizzata la tecnologia è sbagliato, tanto vale non averla se non la si riesce a inquadrare con criteri più chiari e il più possibile oggettivi: i tifosi sono frustrati nel vedere gol annullati per inezie a fronte di errori giganteschi totalmente ignorati al video.

STOP INUTILI
Stavolta a farne le spese sono l’arbitro Fabbri e il varista Nasca, che verranno fermati per qualche turno. Il designatore Rocchi non poteva fare altrimenti, anche perché entrambi sono recidivi. In Inter-Verona hanno convalidato il gol del 2-1 che era da annullare per una gomitata di Bastoni e hanno scatenato una bufera, con i nerazzurri che sono diventati nell’immaginario collettivo la squadra che “ruba”, anche perché un turno prima avevano pareggiato col Genoa grazie a una spinta di Bisseck su Strootman che non era stata sanzionata. Prima di sabato Fabbri aveva commesso errori gravi già tre volte: in Genoa-Juve era al Var quando non segnalò il mani in area di Bani e l’espulsione di Malinovskyi per il fallaccio su Yildiz; in Monza-Juve era l’arbitro che concesse un angolo che non c’era e dal quale nacque il gol del vantaggio bianconero; in Genoa-Napoli convalidò una rete di Bani nonostante la spinta netta su Anguissa.

 



Nasca è invece riuscito a fare addirittura peggio, con l’aggravante di essere un video match official, ovvero un arbitro che si dedica solo al Var e quindi dovrebbe essere uno specialista. Forse sarebbe il caso che torni a studiare, insieme a tutti gli altri colleghi confusi che hanno fatto un casino dietro l’altro in questo girone d’andata. Non vorremmo essere nei panni del designatore Rocchi, alle prese con un calendario fitto e una squadra il cui livello medio è davvero basso. Ma dicevamo di Nasca: già alla seconda giornata era riuscito a entrare in una delle polemiche più pesanti dell’intero campionato, dato che era il collaboratore Avar in occasione di Juve-Bologna e quindi del mancato rigore per il fallo su Ndoye. In quel caso furono sospesi l’arbitro Di Bello e il Var Fourneau.

Nasca è poi tornato protagonista assoluto in Lecce-Bologna, con un rigore concesso a tempo scaduto che fece infuriare Thiago Motta. «Nasca ancora una volta ha combinato il suo dichiarò l’allenatore del Bologna- con lui sono sfortunato. Ci sono occasioni in cui il Var invece di uno strumento diventa un’arma». E nelle mani di Nasca si è capito che è pericolosissima... Ritrovarsi coinvolto nei due episodi più controversi dell’intero girone d’andata è un’impresa non indifferente, per la quale pare che verrà “retrocesso” in serie B. Ma a cosa serve se continuerà comunque a far male il suo lavoro? Intanto il clima è stato avvelenato, perché sbagliare a favore o contro una delle due squadre coinvolte nella lotta scudetto in questo momento ha un peso enorme. Sulla carta senza gli errori che li hanno avvantaggiati negli ultimi due turni, i nerazzurri potrebbero avere tre punti in meno: ciò significa che la Juve sarebbe addirittura prima. La storia però non si fa con i “se” e con i “ma”. Resta quindi il tema degli arbitri scarsi, con la speranza che nel girone di ritorno facciano meno danni. 

 

 

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