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Jannik Sinner, "sono morto": il bluff con cui ha ribaltato la partita?

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Una partita ribaltata grazie a uno strepitoso, e clamoroso, bluff? Si parla di Jannik Sinner, del tripudio agli Australian Open, della vittoria in rimonta su Daniil Medvedev, il russo che dopo aver vinto i primi due set sembrava avere le mani sul torneo. Tutto il contrario: il ragazzo di San Candido mette a segno una rimonta leggendaria e vince il suo primo slam, il primo slam italiano 48 anni dopo l'ultima vittoria al Roland Garros di Adriano Panatta.

Sembrava finita, per Jannik. Sembrava sul punto di tracollare. Dopo la sconfitta al secondo set si era rivolto al suo muretto affermando: "Cosa devo fare?". Sembrava disperato, svuotato mentalmente e senza energie. Poi, però, si è ritrovato. E come si è ritrovato: alla grandissima, tanto da scrivere una leggendaria pagina nella storia del tennis.

E forse c'è stato un momento decisivo, nel cambiare le sorti del match. Siamo al terzo set, quello che avrebbe potuto condannarlo. Il punteggio è di 40 pari, serve Jannik, che si avvicina al suo angolo e si sfoga: "Sono morto". Parole sentite dal pubblico, dal suo team e che molti hanno carpito anche durante la diretta televisiva. Parole che sembravano una conferma sull'imminente sconfitta. Tutto il contrario.

Dunque il dubbio: quello di Jannik è stato un bluff? Una trovata per convincere Medvedev del fatto che la partita fosse chiusa? Chissà. Per certo, in una partita del genere serve tutto per vincere, soprattutto la testa. E magari quel "sono morto" si è insinuato nella mente di Medvedev, portandolo più lontano dal campo, nella terra dii un trionfo che poi non è arrivato.

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