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Gigi Buffon sulle scommesse: "Conta anche il piacere", le parole fanno discutere

Roberto Tortora
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L’ultimo ospite illustre del BSMT, il podcast del deejay Gianluca Gazzoli, è stato Gianluigi Buffon, attualmente team manager della Nazionale ed ex-portiere, tra i più forti di sempre in Italia e nel mondo. La chiacchierata è stata un’occasione per tornare sul recente caso bollente del calcio-scommesse e della ludopatia, che ha travolto Fagioli e Tonali e ha fatto tornare a galla il caso che, a suo tempo, coinvolse proprio Buffon.

Il buon Gigi non ricorda con gioia quei momenti: "Seppur non l'abbia fatto vedere, quello è stato uno dei momenti nei quali mi sono sentito più offeso nella mia vita e nel mio orgoglio, devo essere sincero. Chiaramente non l'ho fatto vedere, perché sono orgoglioso e perché non mi sono neanche speso in polemica, perché dovevo cominciare delle competizioni importanti. Dal punto di vista personale, è stato veramente offensivo, è stato un qualcosa di clamoroso, soprattutto per chi mi conosce. E ora è accaduto a questi ragazzi, però come al solito sono usciti 100 nomi e alla fine solo due sono stati squalificati”.

 

 

 

Al contrario di questi ragazzi, Buffon non fu squalificato, perché non aveva violato alcuna regola, ma ancora oggi ha una ferita aperta, perché nessuno gli ha mai chiesto scusa: “Se lo ricordano tutti, ma nessuno ha chiesto scusa o quant'altro. In Italia tutti immediatamente diventano bacchettoni quando si parla di scommesse, invece poi ti accorgi che intorno a te c’è una società in cui il 95% delle persone prende il gratta e vinci o gioca la schedina. Io non condanno quelle dinamiche, perché secondo me il gioco é una parte importante della vita: é bellissimo fare le cose seriamente, il sudore, la sofferenza, però c'è anche il piacere nella vita e quindi io non trovo niente di male se uno ogni tanto si prende il gratta e vinci per sognare di diventare il nuovo re dell'Oman. Le dinamiche – spiega Buffon - sono uguali quando giochi a tombola. Quando parlavano di ludopatia, non capivo. La ludopatia dipende secondo me da quanto tempo dedichi a certe cose, perché se uno in un giorno dedica 7-8 ore delle proprie energie dei propri pensieri a questo è chiaro che c'è un problema”.

 

 

 

Nel caso che riguardò l’ex-portiere della Juventus, peraltro, si trattava di scommesse legali e non legate al calcio: “Partiamo dall'assunto: è legale. Poi è chiaro che ci son delle regole, se tu calciatore lo fai nel calcio è giusto che poi tu venga punito, ma se fai altre cose e sei nella legalità è inutile. Ci tenevo, perché secondo me era una cosa della quale parlo spesso e volentieri anche con coi miei amici, mi fa sorridere perché si vogliono affrontare con una certa serietà determinati argomenti, senza poi sapere di cosa realmente si parla e quali sono le dinamiche”.

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