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Tennis e scommesse, Raul Brancaccio: "Minacce e insulti per farmi perdere, ora basta"

Roberto Tortora
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Una brutta macchia, difficile da togliere, ha sporcato il torneo ATP125 Challenger che si sta disputando al Tennis club di Napoli. Vittima è Raul Brancaccio, atleta di 26 anni con un best ranking da numero 121 al mondo e che oggi, dopo un’annata opaca che lo ha fatto scivolare fino al 321imo posto, sta provando a risalire la china per entrare, un giorno, nella mitica Top 100 del tennis mondiale. Proprio lui, nativo di Torre del Greco e quindi tennista di casa, è stato preso di mira dai tifosi sugli spalti durante il match del primo turno contro il francese Pierre Hugues Herbert, in passato giunto fino al 36imo posto del ranking e, quindi, avversario di talento. Un clima negativo che non ha favorito certamente il suo gioco e che gli è costato la sconfitta al primo turno, mancando addirittura ben sette match-point. Motivo? Becero e inqualificabile, quello delle scommesse, tutte puntate sul francese. I tifosi locali, quindi, non avrebbero gradito la performance di un loro conterraneo e, in pratica, lo hanno insultato per far sì che l’esito del match virasse verso Herbert.

Dopo la fine della partita, Brancaccio non è rimasto in silenzio, ma ha voluto sfogare la sua rabbia con un post infuocato sui propri profili social: “Questo era uno sport per signori. In campo e in tribuna. Uso il passato dopo quello che mi è successo. E non solo a me. Lo grido ad alta voce: la piaga delle scommesse sta rovinando anche il tennis. Così non si può andare avanti, proprio non si può. E noi giocatori siamo esposti, indifesi. Una marea di insulti minacciosi, di parole irripetibili, di urla scomposte ad ogni punto. E tutto contro di me. A Napoli, praticamente in casa mia, ho capito subito cosa stava succedendo. È stato un inferno, non esagero. Volevo dedicare questo post a tutte quelle persone che ieri facevano il tifo, quasi da stadio, contro di me. Gente ignorante, inutile e vergognosa – si sfoga Brancaccio - che rovina uno sport così bello solo per vincere scommesse e bollette. Richiamo un esame di coscienza a tutti voi, per il bene dello sport e per il rispetto a tutti i giocatori che offrono uno spettacolo degno di applausi”.

 

 

Intervistato da Repubblica, Raul Brancaccio ha spiegato cos’è successo: “C’è una sola motivazione: qualcuno aveva puntato soldi sul tennista francese che, voglio chiarirlo, non c’entra assolutamente nulla con tutto questo, e non poteva credere che li stesse perdendo, visto che sono stato a un punto dal successo per sette volte. E chissà che cifre sono girate, erano disposti a tutto pur di vedermi perdere. Che tristezza infinita. Non la sconfitta, lo ripeto, ma tutto il resto. Resta incredibile quello che mi è accaduto, incredibile è dire poco. Ma attenzione, è solo la punta dell’iceberg una manifestazione così becera. Oggi è toccato a me, a Napoli. Domani – spiega il tennista oplontino - toccherà a un collega da un’altra parte del mondo. Voglio dire che succede, è successo e succederà ancora. Posso dire senza tema di smentita che noi tennisti siamo stanchi di ricevere minacce ogni giorno per colpa di questa gente che scommette sul game, sul punto, sul risultato, sul punteggio, sul servizio, sui game, sul numero dei punti fatti in un set, su quello totale, su tutto insomma e lo fa praticamente in diretta mentre assiste alla gara in corso in tribuna, con i telefonini, cosa che è assolutamente vietata. Non si può fare e invece si fa. Questo è uno sport di signori così diventa altro, devo ripetermi. Le minacce arrivano sui social. Sia se vinci sia se perdi, non cambia. Dipende se hanno scommesso sul tuo successo o sulla tua sconfitta. Minacce di morte, anche ai familiari e questo per me è insopportabile, intollerabile e inaudito”.

Nonostante questi episodi vengano regolarmente denunciati, nulla sembra cambiare e lo conferma lo stesso Brancaccio: “Tutti denunciamo, ma non succede nulla, anche perché si nascondono tutti dietro nickname e immagino ci voglia una indagine lunga e approfondita per stanarli”. Per fortuna, dopo il post amaro del tennista, sono arrivati anche messaggi di solidarietà, come spiega lui stesso: “Mi ha fatto un gran piacere il messaggio di Matteo Berrettini. Mi ha consolato per la sconfitta scrivendomi che anche a lui è successo addirittura di non sfruttare ben 12 match point e mi ha invitato ad andare avanti e a non badare a quella gente che mi urlava contro perché col tennis non c’entra nulla. Ma l’Atp deve muoversi, deve iniziare a fare controlli severi durante le partite, mirati a scoprire chi scommette in diretta, deve mandare in giro del personale qualificato pronto a intervenire e a cacciare questa gente dagli spalti e dai circoli. Basta, questo schifo deve finire”.

 

 

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