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Gigio Donnarumma, il catastrofico copione dei primi giorni di caldo: è successo ancora!

Andrea Tempestini
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Si avvicina la metà di marzo, primi giorni di caldo ma anche la pioggia e ogni tanto fa freddo, i pioppi e le fioriture e i malanni di mezza stagione, mal di gola-starnutisco-naso che cola-, escono le graduatorie degli asili e i milanesi si incazzano perché restano tutti fuori a parte i Mohammed, si sente già il ronzio delle polemiche in vista del 25 Aprile e il crescendo di quel ronzio sarà vertiginoso, poi il Primo maggio e gli strali di Landini a concludere la sette giorni di polemiche barricadere, nella battaglia del piano-ferie i giochi di posizionamento in vista di agosto entrano nel vivo, commercialisti e Caf traboccano di appuntamenti ché il 730 si avvicina, Gigio Donnarumma fa una serie di cappelle più o meno apocalittiche.

E Gigio nell’ormai rituale ricorrenza, mercoledì sera (quarti di Champions, Psg-Barcellona 2-3), si è superato: tre cappelle in una sola partita, più o meno macroscopiche, tre come il voto in pagella che con scarsa originalità in Francia tutti gli hanno rifilato. Lo scrivente ritiene che sin dagli esordi al Milan il nostro abbia mostrato capacità tecniche buone, ma certo non miracolose (si ricorda che già nel lontano 2015 sembrava tutto un «miracolo di Donnarumma»). Ergo lo scrivente non ha molto da aggiungere, sicché pare che la storia gli abbia dato ragione.

 

In ogni caso, Gigio è un soldato da salvare. Il catastrofico copione dei primi giorni di caldo, proprio quando la stagione entra nel vivo, si ripete ormai da anni. Dovrebbe provare a spezzare il sortilegio: al buon portiere Gigio Donnarumma non resta che ripartire altrove, muovendo da premesse differenti, senza gli eccessi di melassa estatica che – lo volete ammettere, adesso? – gli hanno fatto soltanto male. Tanto male.

 

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