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Jannik Sinner, la stoccata di Panatta: "La perfezione a volte può diventare noiosa"

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“Osannare Jannik Sinner per qualsiasi gesto è esagerato”. Così la pensa Adriano Panatta, che in delle recenti dichiarazioni a La Domenica Sportiva si è espresso in questo modo per sottolineare l’eccessiva pressione mediatica che si sta creando attorno al 22enne tennista altoatesino di Sesto. «Lo stanno talmente santificando che tra un po’ ci sarà l’ascensione — le parole dell’ex campione al Roland Garros 1976 — Lui è un ragazzo bravissimo, perbenissimo, educatissimo, non sbaglia una dichiarazione, gioca come un Dio, però basta: non è che ogni volta ce lo devono far pesare”.

Poi Panatta ha proseguito facendo un paragone tra lui e Jannik: “È come lo vedi: fa una dichiarazione ed è sempre equilibrato, in campo non rompe mai le racchette, lui è il figlio che tutti vorrebbero avere. La perfezione a volte può diventare noiosa. Io perfetto? Assolutamente no. Rispetto a Sinner siamo come il diavolo e l’acqua santa”. Insomma, un pensiero sincero di un ex tennista che ha sempre elogiato Sinner quando c’è stato da farlo, come nelle recenti vittorie dell’Open di Australia e in quelle di Rotterdam e Miami.

 

 

Sempre alla Domenica Sportiva, ha poi parlato del confronto tra il 22enne altoatesino e Carlos Alcaraz, rispettivamente numero 2 e 3 del ranking Atp. “Le persone mi fermano per strada per chiedermelo — ha concluso Panatta alla trasmissione sportiva — Oggi Alcaraz è un pochino più forte se giocano tutti e due al 100 per cento. Però Sinner è molto più costante per cui se Alcaraz gioca al 98 percento Sinner lo batte. Però sul match secco Alcaraz è ancora un pochino in vantaggio se giocano entrambi al massimo”. Come ad esempio nella semifinale di Indian Wells, dove lo spagnolo, di rimonta, è riuscito ad avere la meglio per 2-1 sull’italiano, andando poi a vincere la finale contro Daniil Medvedev in due set, per 7-6 (5) 6-1.

 

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