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Napoli-Antonio Conte, "trattativa quasi chiusa: ha chiesto 4 giocatori"

Gabriele Galluccio
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Vota Antonio, vota Antonio. Incredibile che uno dei migliori allenatori in circolazione abbia bisogno di una campagna a favore per farsi scegliere da un club, dopo l’anno e mezzo trascorso in tribuna. Christian Stellini, vice storico dell’allenatore leccese, è intervenuto a TeleLombardia, sostanzialmente per spiegare che Conte sarebbe perfetto per il Milan. E lo è davvero. Sarebbe interessante capire innanzitutto a chi tocca la decisione del prossimo allenatore rossonero e soprattutto su che criteri si sta basando. Un club del calibro del Milan dovrebbe stendere il tappeto rosso a Conte, che è l’unico in grado di garantire un salto di qualità rispetto al lavoro di Pioli, che non è facilmente migliorabile.
 

CHE CONFUSIONE
È vero, con il tecnico emiliano è finita male, a causa della striscia imbarazzante di derby persi e dell’eliminazione dall’Europa League per mano della Roma, però il bilancio del suo ciclo resta positivo: ha vinto uno scudetto e ha restituito competitività a una squadra che veniva da anni bui e che adesso ha basi molto solide, al punto che vive un secondo posto in campionato alla stregua di un fallimento. A giudicare da quanti allenatori vengono accostati alla panchina rossonera, il Milan è in confusione: l’unica idea che sembra avere ben chiara in mente è il “no” a Conte, che sarebbe difficile da “gestire”, forse perché la dirigenza rossonera, Ibra escluso, non sa nulla di calcio e finirebbe “mangiata” dalla grande personalità dell’allenatore.

 

 



Eppure proprio i rossoneri hanno le basi ideali per il lavoro del leccese: il gruppo è forte, ha bisogno di un attaccante titolare e di un centrocampista alla Kessié o alla Tonali, e magari anche di un difensore centrale, per colmare le poche lacune strutturali. Insomma, il Milan ha una squadra già competitiva che grazie a Conte potrebbe ridurre o addirittura azzerare il gap con l’Inter: in questo il leccese è uno specialista. E se proprio Conte non dovesse piacere, allora i rossoneri dovrebbero fare carte false per Thiago Motta, che sarebbe un matto a preferire una Juventus da rifondare a un Milan che con il suo pupillo Zirkzee e poco altro sarebbe già molto competitivo. Terminato il pourparler sui rossoneri, veniamo all’argomento caldo della settimana: Conte a Napoli si può fare. I discorsi sono piuttosto avanzati, si parla di stipendio da top (6-7 milioni più bonus) e di clausole per un’eventuale separazione anticipata rispetto alla durata di contratto, ma soprattutto tiene banco il progetto sportivo. Se al Milan si tratterebbe di portare a un livello più alto la squadra attuale, a Napoli ci sarebbe da svolgere un lavoro completamente diverso: sotto al Vesuvio il vulcanico Antonio dovrebbe ricostruire la squadra da zero o quasi, sulle macerie lasciate dalla disastrosa stagione post-scudetto, la peggiore mai disputata nella storia italiana da una squadra campione in carica.

SFIDA IMPEGNATIVA
Una sfida impegnativa, che presumibilmente richiederà del tempo per restituire competitività al Napoli. Potrebbe però essere un progetto intrigante per Conte, anche per smentire i detrattori, secondo cui non è un allenatore che ha la pazienza di costruire un ciclo. A Napoli il leccese lavorerebbe con Giovanni Manna, direttore sportivo in arrivo dalla Juventus, e avrebbe gran voce sul capitolo acquisti: sostanzialmente potrebbe farsi la squadra come più gli aggrada (pare abbia chiesto quattro acquisti importanti, un difensore, una mezzala, un esterno offensivo e un centravanti), con un centinaio di milioni arriveranno dalla cessione di Osimhen. E con i superstiti di questa disastrosa annata Conte potrà fare la sua magia, trasformando dei giocatori intristiti e smarriti in “maiali assatanati”, per dirla alla Eziolino Capuano.

 

 

 

 

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