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Euro 2024, la "profezia" di Biasin: perché ora per l'Italia inizia un altro torneo

Fabrizio Biasin
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Siamo brutti, parecchio brutti. E non c'è neanche bisogno di spiegare perché. Ci è voluto un gollasso di Zaccagni al minuto 99' per regalare la qualificazione ai nostri, alla fine secondi classificati perché, quantomeno, hanno avuto la forza di crederci fino in fondo (e ci mancherebbe altro). La discesa disperatissima di Calafiori dà un colpo di spugna a una Nazionale che contro la Croazia per il resto della partita è parsa realmente in difficoltà sotto tutti i punti di vista: quello del gioco, quello del carattere, per non parlare dell'esperienza. Unica nota positiva? Il 3-5-2 varato dal ct che certamente dà più logica a tutto l'impianto. Un 3-5-2 che tanto si è fatto attendere e, alla terza uscita, si è materializzato quasi come per magia. Spalletti è allenatore capace e uomo saggio (da ieri anche abbastanza "culone", diciamolo), ha capito che insistere con un'idea di calcio certamente "molto sua" e potenzialmente bellissima, ma pochissimo oliata (il 4-2-3-1), avrebbe comportato troppi rischi anche contro la Croazia.

Molto meglio assorbire quanto di buono quest'anno ha proposto la serie A, e allora ecco Darmian a fare da braccetto, ecco Barella nel ruolo da mezz'ala destra, ecco Dimarco finalmente al suo posto. Parliamoci chiaro, nessun azzurro, Donnarumma a parte, ha particolarmente brillato, ma in attesa che il fato ci regali qualche certezza in più... va benissimo così. Ecco, il problema è là davanti. In attacco siamo ancora poca cosa e hai voglia a girare le pedine, a mettere Retegui per Scamacca e Raspadori per Chiesa, il risultato è sempre lo stesso, facciamo il solletico e alla fine il più pericoloso è sempre Bastoni, un centrale.

 

 

Ma fa niente, pur senza aver brillato per espressione di calcio e serenità di pensiero, siamo agli ottavi di finale. Ci tocca la Svizzera, Nazionale - diciamolo ad altissima voce - attualmente più forte della nostra (se avete visto mezza partita dei nostri vicini di casa sapete perché). E questo non significa che si debba avere paura, ché sabato alle ore 18 inizia un'altra battaglia, ma una cosa è sicura: guai a fare a meno di 'sta difesa a tre, quella dell'Inter di Inzaghi, quella dell'Atalanta di Gasperini, quella di una nazionale più fortunata che bella, ma che si è data una nuova occasione.

 

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