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Jannik Sinner, il "rituale del rispetto": quel gesto che ripete ossessivamente

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Un rituale delicato, educato e soprattutto rispettoso dell’avversario. Quello che fa Jannik Sinner dopo ogni match vinto, a dimostrazione di una forza e una classe senza pari. Ovvero quello di applaudire l’avversario. Stessa cosa è stata fatta con lo statunitense Ben Shelton dopo la vittoria di domenica sul centrale dell’All England Club di Wimbledon. Il 22enne altoatesino aveva chiuso il match sul 3-0, sistemato le racchette nel borsone e poi visto che nel mentre l’avversario stava uscendo dal campo con la coda nell’occhio. Per questo si è alzato immediatamente, ha lasciato le cose e ha applaudito sinceramente lo sconfitto. Lo ha guardato e gli ha reso onore per la bella partita disputata.

Oggi, martedì 9 luglio, sarà intanto impegnato contro Daniil Medvedev ai quarti e la speranza di tanti amanti di Jannik è di vederlo applaudire ancora, stavolta al russo che alle Atp Finals di tre anni fa a Torino sbadigliò mentre stava vincendo il primo set per 6-0, per poi dire al suo staff: “Troppo facile, mi sto annoiando”.

 

 

Sportivo e cavaliere anche nel mega punto che ha fatto passando la racchetta tra le gambe contro Shelton, Sinner ci ha sorriso su e ha poi minimizzato l’episodio a fine gara: "È stata solo fortuna, non c'è niente da dire — per poi proseguire — Non so… qualche volta…. Non so davvero cosa dire onestamente", lasciandosi andare ad una risata contagiosa che ha coinvolto anche tutti i presenti sugli spalti. Insomma, per Jannik, reduce prima di Wimbledon dalla vittoria di Halle, è un grande momento. La speranza è che possa essere il più duraturo possibile.

 

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