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Parigi 2024, il ministro Abodi contro la pugile trans: "La sicurezza di Angela Carini non garantita"

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"Nell'evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell'equa competizione dal punto di vista agonistico. Domani, per Angela Carini non sarà così": a dirlo il ministro dello Sport Andrea Abodi a proposito della partecipazione alle Olimpiadi di Parigi della pugile trans Imane Khelif dall'Algeria, che domani - giovedì 1 agosto - combatterà con l'italiana Angela Carini. 

"Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi - ha sottolineato il ministro nella sua nota -. Quello delle atlete e degli atleti transgender è un tema che va ricondotto alla categoria del rispetto in tutte le sue forme, ma dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall'agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza".

L'anno scorso Khelif era stata esclusa dai Mondiali di boxe perché le sue analisi del Dna avevano rivelato la presenza di cromosomi XY, tipici del sesso biologico maschile. "È del tutto evidente che la dimensione dell'identità di genere in ambito agonistico pone il problema delle pari opportunità o delle stesse opportunità - ha continuato Abodi - non a caso, tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un'interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili". E infine: "Il Coni si è attivato con il Comitato olimpico internazionale affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari". 

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