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Imane Khelif, Anna Paola Concia: "Le prime a non dover chiudere gli occhi sono le donne"

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"Per parlare di queste due atlete bisogna lasciare fuori la politica e la ideologia polarizzante, che tanto piace a tutti, purtroppo": Anna Paola Concia lo scrive sul Foglio, commentando la polemica sull'incontro di boxe alle Olimpiadi di Parigi tra la pugile intersex Imane Khelif, algerina, e l'italiana Angela Carini, che si è ritirata dopo pochi secondi di gara per via di un colpo a suo dire troppo forte. Ad accendere il dibattito il fatto che l'atleta algerina, nata donna, abbia un livello di testosterone piuttosto alto che per un'altra donna la renderebbe difficile da battere. "È una situazione insolita - si legge nell'intervento della Concia - che va affrontata non con la politica, non con la ideologia dei pro e contro, ma con la scienza e con regole certe che valgano sempre, che siano Olimpiadi o Campionati del mondo, dato che spesso sono gli stessi e le stesse atleti che vi partecipano". 

L'ex deputata ha spiegato che "un principio fondamentale dello sport è che tutte e tutti debbano partire da una situazione di partenza 'simile', il resto della performance la fa il talento, la capacità personale, l’allenamento, la psicologia, la dieta, la condizioni personali". Secondo la Concia, per spazzare via le tifoserie pro Carini e pro Khelif è necessario che gli esperti del Cio "si mettano al lavoro in modo serio, liberandosi dai condizionamenti legati ai concetti di inclusione/esclusione, tanto amati dalla politica".

 

 

 

Sul Foglio, infine, la Concia ha scritto che "le prime a non dover chiudere gli occhi di fronte a un caso come quello di Imane Khelif sono proprio le donne, che più di tutte oggi dovrebbero comprendere cosa vuol dire mettere la difesa del politicamente corretto su un piedistallo più alto rispetto alla difesa del corpo delle donne quando si parla di sport".

 

 

 

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