Cerca
Cerca
+

Parigi 2024, Barbosu sta festeggiando la medaglia, poi il dramma sportivo

Roberto Tortora
  • a
  • a
  • a

Perdere può essere doloroso, ma lo è ancor di più farlo dopo essersi illusi di aver vinto. Così, ai giochi olimpici di Parigi, Ana Barbosu ha masticato l’amaro calice: nella finale corpo libero la ginnasta rumena era convinta di aver vinto la medaglia di bronzo, ma un cambio improvviso nei punteggi l'ha buttata giù dal podio, facendola crollare in un pianto inconsolabile mentre stava già festeggiando.

I giudici, infatti, hanno corretto il punteggio alla statunitense Jordan Chiles, ultima della finale ad essersi esibita, dopo che gli USA avevano fatto ricorso. Chiles aveva totalizzato un punteggio di 13.666, contro i 13.700 di Barbosu, ma, dopo il cambio accettato dai giudici, l’americana è salita a 13.766, balzando al terzo posto e scippando la medaglia di bronzo alla rumena.

 


La ginnasta, com’era prevedibile, è caduta nello sconforto ed è scoppiata a piangere, per aver visto infrangersi nel modo più atroce il sogno di una vita per qualsiasi atleta. A TVR Sport ha raccontato cosa accaduto, dopo esser stata medaglia di bronzo ad interim: "Sono rimasta sul podio per due minuti. La decisione è stata degli arbitri. Non so cosa dire, per quale motivo è stata presa la decisione. Questo è il podio adesso, non ho altro da dire". Il sogno di concludere le Olimpiadi al terzo posto si è dissolto, la bandiera del suo Paese le è caduta a terra d’istinto: "È stato un sogno che si è avverato per poche decine di secondi, poi gli arbitri hanno deciso qualcos'altro. Tu sai come mi sento. Nessuno sa quanto sia difficile per me questo momento, nessuno sa come mi sento in questo momento". Per la cronaca, la gara è stata vinta dalla brasiliana Rebeca Andrade, davanti alla super-campionessa americana Simone Biles, due protagoniste assolute in questi giochi, battute soltanto dalle ginnaste italiane Alice D’Amato e Manila Esposito che, insieme alla cinese Yaqin Zhou, hanno conquistato il podio della trave femminile.

 

 

Dai blog