Jannik Sinner, il grave sospetto di Paolo Bertolucci sulla Wada: "Così lo uccidono"
Jannik Sinner torna nel mirino della Wada. Ora toccherà al Tas decidere il futuro sportivo del numero uno al mondo. E a fare il punto su quanto potrebbe accadere e sulla squalifica che rischia Jannik è Paolo Bertolucci, leggenda del passato del tennis italiano: "Io sono fermamente convinto dell’innocenza di Sinner. Fermo restando che la certezza non ci può essere mai, trovo del tutto logica la sua versione, cosa che mi è stata confermata anche dagli addetti ai lavori. Adesso deciderà il Tas, ma l’unica cosa che trovo sconcertante in tutto questo è che si parla di diverse settimane fino a 5-6 mesi per decidere se Sinner è colpevole. Un tempo lunghissimo, anche i processi italiani durano di meno! Non è giusto tenere un tennista sulla graticola per tutto questo tempo", afferma in un colloquio telefonico con l'Agi. "Fermare un atleta per un tempo così lungo è ridicolo - commenta ancora Bertolucci - significa ucciderlo. Comunque resto ottimista anche perchè c’è il precedente del caso di Josè Luis Palomino (calciatore argentino attualmente al Cagliari, trovato positivo a una quantità di Clostebol di circa 10 volte superiore a quella di Sinner quando giocava nell’Atalanta e assolto dal Tas, ndr)".
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La Wada è il massimo organismo antidoping dello sport, ma proprio per la sua importante è politicizzata. L’Italia - e quindi Sinner - può essere penalizzata in quanto dal punto di vista della politica sportiva meno forte di altre nazioni? Secondo Bertolucci non è questo il caso. "La Wada è certamente politicizzata, almeno in parte - spiega - ma la nostra federazione tennistica in questo momento è la più forte del mondo con il n.1 del circuito e tantissimi campioni tra i primi 50 in classifica. Spero che tutto si risolva per il meglio anche perchè la squalifica di Sinner sarebbe del tutto illogica", conclude.
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