Un 5-0 in una finale di Champions è un pugno in pieno volto. Di quelli che ti lasciano al tappeto. E allora non poteva finire che così, con una separazione dolorosa per quanto “consensuale”. L'Inter e Simone Inzaghi si dicono addio dopo 4 anni e, come spesso capita, addio significa moltiplicazione di agghiaccianti leggende metropolitane, ipotesi, puttanate assortite. «Hanno litigato!», «Lui in realtà ha firmato con gli arabi mesi fa!» e così via. Puttanate, appunto. Inzaghi se ne va perché esaurito nello spirito e nelle energie. Lo avrebbe convinto solo un gran mercato (oltre a un corposo aumento d'ingaggio) cosa che i nerazzurri non potranno permettersi (il budget sarà di una cinquantina di milioni, oltre a quello che si riuscirà a raggranellare con le cessioni). Rispetto a questo fulmine a ciel sereno (ma neanche troppo) ognuno ha la sua rispettabile opinione. Di seguito, quella del qui presente.
L'Inter perde una persona eccellente prima ancora che un bravo insegnante di pallone. Nell'universo del calcio, quello di 'sti gradassi che ti guardano immancabilmente dall'alto di non si sa quale piedistallo auto-imposto (o imposto da una società sempre più stupida) Inzaghi è un Gronchi Rosa, una rarità, uno che non ha mai detto “Io”, al limite “Noi”, quasi sempre “Loro”. Non si è mai preso un merito, solo le colpe, l'unica volta in cui si è messo al centro è stato per dire questa cosa qua: «Dove alleno io aumentare i ricavi, calano le perdite, si vincono i trofei». All'epoca ci mettemmo tutti a ridere e, invece, aveva ragione lui.
Luis Enrique, l'attacco feroce di una giornalista: "Una presa in giro pubblica"
Una giornalista sportiva ha accusato Luis Enrique di averle teso un'imboscata premeditata subito dopo la vittoria de...La mazzata di Monaco ha ridimensionato un percorso fatto di trofei, gran calcio, serenità nello spogliatoio e unità d'intenti. Ma se è vero che la lezione di calcio parigina ha segnato la fine del rapporto, è altrettanto vero che in quella finale l'Inter ci è arrivata andando oltre qualunque tipo di pronostico. E si è trattato della seconda finale in tre anni. Ed è proprio grazie a questi risultati che l'Inter, quest'anno, chiuderà il bilancio con un attivo che non si vedeva dal Pleistocene. Ecco, se oggi diamo per scontato che questa squadra possa arrivare in fondo ad ogni competizione il merito è di tutto il gruppo Inter ma soprattutto di questo signore, Simone da Piacenza, ex bomber piacentino che, nel mondo del calcio, è limitato da un solo grande difetto: l'eccesso di buona educazione.