Lavoro, lavoro, soltanto lavoro. Per Jannik Sinner esiste solo questo, e il suo approccio agli allenamenti è stato fornito in una rara testimonianza, pronunciate nel silenzio dello spogliatoio tra un allenamento e l’altro. Quando il coach Fausto Scolari di Elisabetta Cocciaretto gli ha chiesto come andassero le cose, Sinner non ha esitato: “Sei un montanaro come me, alla fine bisogna farsi il cu*** tutti i giorni e lavorare sodo”. Un’espressione schietta e genuina che sintetizza perfettamente la filosofia del tennista altoatesino: niente scorciatoie, solo fatica e impegno costante.
Il 23enne — vincitore martedì contro Nardi e oggi, giovedì 3, in campo contro l’australiano Vuksic — si è presentato a Londra con una concentrazione invidiabile e una serenità interiore rinforzata da recenti scelte coraggiose: la separazione dai suoi preparatori, Panichi e il fisioterapista Badio, che pure erano parte integrante della sua scalata al vertice. Nonostante la cocente sconfitta subita contro Carlos Alcaraz al Roland Garros, e l’uscita anticipata ad Halle contro Bublik, il 23enne altoatesino ha mostrato un carattere che resta “granito”, saldo nella testa ancor prima che nei muscoli,
La consapevolezza del lavoro duro lo permea: “Siamo gente di montagna, quando si lavora, si lavora. Non esistono scorciatoie”. Non si tratta solamente di retorica: Sinner ricorda i suoi genitori, impegnati per ore nel ristorante di famiglia, ma sempre presenti per lui e suo fratello. Un modello di sacrificio quotidiano che ha fatto da culla alla sua crescita come atleta e persona. Dal match in spogliatoio emerge la forza mentale del campione: comprendere che la vittoria non arriva per caso, ma è frutto di una disciplina quasi ossessiva. È un momento di profonda verità, in cui Sinner si spoglia dalle incrostazioni mediatiche per mostrarsi autentico: un ragazzo con la determinazione di chi conosce il prezzo del successo.
Il messaggio, secco e preciso, vale tanto quanto una lezione sulle righe verdi: la passione per il tennis si costruisce con il sudore di ogni giorno. Wimbledon 2025 non è solo un campo, ma il palcoscenico in cui quella filosofia "montanara" trova la sua espressione più pura.