«Non è così che avrei voluto vincere, mi dispiace e comprendo come tu ti possa sentire in questo momento. Non posso dire che tu non sappia: sei un grandissimo campione e spero che tu possa tornare meglio e più forte. È così che fanno i grandi campioni, e tu lo sei». Con queste parole Carlos Alcaraz ha aperto la sua premiazione sul centrale di Cincinnati, rivolgendosi direttamente a Jannik Sinner, costretto ad abbandonare la finale dopo appena cinque giochi, sullo 0-5 e dopo appena 23 minuti di gioco. La notte insonne e le condizioni fisiche precarie hanno tolto all’altoatesino la possibilità di giocarsela alla pari. «Da ieri non sto bene, speravo di migliorare nella notte ma non ce l’ho fatta», ha detto Sinner al pubblico, visibilmente dispiaciuto. Carlos Alcaraz si prende così Cincinnati e insieme la conferma di una rivalità che continua a scrivere la storia moderna del tennis. È la quarta finale tra i due nel 2025: Roma, Roland Garros, Wimbledon e adesso Ohio.
Lo spagnolo ne ha vinte tre, l’azzurro una, forse per prestigio la più importante, quella di Wimbledon. Segno di un equilibrio generale che però negli scontri diretti più recenti sta tornando a pendere dalla parte di Alcaraz: i testa a testa parlano ora 10-5, con sei successi nelle ultime sette sfide. Dal punto di vista del ranking la vittoria pesa: Alcaraz sale a 9590 punti, riducendo a 1890 lo svantaggio da Sinner. Ciò significa che Alcaraz si presenta agli US Open da numero 1 al mondo: Jannik dovrà difendere i 2000 punti del titolo 2024, mentre lo spagnolo ne lascerà appena 50. Questo significa che Sinner per riprendersi il posto di numero 1 dovrà far meglio dello spagnolo e che un’eventuale finale a New York tra i due deciderebbe la vetta della classifica mondiale. Cincinnati regala ad Alcaraz anche record importanti: è l’ottavo giocatore nella storia a conquistare otto Masters 1000, il secondo più giovane a riuscirci a 22 anni e 3 mesi. Non perde in questa categoria di tornei da 16 partite, dopo i titoli di Monte Carlo e Roma. Con questo trionfo tocca quota 21 titoli in carriera ed è il più giovane campione a Cincinnati dai tempi di Andy Murray, che qui vinse a 21 anni nel 2008. È al sesto titolo stagionale e siamo ancora ad agosto. Il duello con Sinner, però, non conosce tregua, ma questa volta è stato il fisico a fermare l’azzurro. New York, tra due settimane, dirà chi avrà più energia, più forza e più continuità per prendersi non solo lo Slam, ma anche il trono del numero uno.