Carlos Alcaraz, al termine della elettrizzante finale degli US Open, ha iniziato il suo discorso così: “Voglio iniziare con Jannik. È incredibile quello che stai facendo in tutta la stagione… Ti vedo più della mia famiglia. È fantastico condividere il campo, lo spogliatoio, tutto con te”. Una frase che non solo evidenzia la sua ammirazione per Sinner, ma anche l’autentica complicità che esiste tra loro, elemento chiave della loro rivalità così avvincente.
Jannik Sinner, con grande sportività, ha dichiarato: “Ho dato il massimo oggi. Non potevo fare di più”. Riconoscere apertamente la sconfitta contro un avversario come Alcaraz dimostra rispetto e consapevolezza del proprio percorso di crescita.
Il loro confronto nel 2025 rappresenta una delle rivalità più significative e moderne del tennis: si sono affrontati in tre finali Slam nello stesso anno, con Alcaraz che ha vinto due volte (Roland Garros e US Open) e Sinner che ha conquistato Wimbledon. Dopo la maratona epica a Parigi, la finale sull’erba londinese e il duello sul cemento newyorchese, emerge una continua evoluzione di strategie e fisicità.
Nel post-match, il rapporto reciproco era palpabile: Sinner ha ammesso di voler diventare meno “prevedibile”, consapevole della varietà e creatività del gioco di Alcaraz. Dall’altra parte, Alcaraz ha spiegato come lo studio assiduo del gioco dell’italiano sia parte del suo successo: “Adoro guardarlo giocare… so cosa farà”.
Con questa rivalità saldamente consolidata, il duello tra Alcaraz e Sinner non è solo sport: è lo sviluppo di un racconto epico di amicizia, rispetto e ambizione, che promette di dominare il panorama tennistico per molti anni a venire.