Onore a Jannik, tanto macchina e molto umano

Jannik, dopo uno scambio vincente che fa impazzire il pubblico, stringe forte la mano a mo’ di pugno, Alcaraz urla verso il cielo come un forsennato in gabbia con la canotta inguardabile
di Sergio De Benedettimartedì 9 settembre 2025
Onore a Jannik, tanto macchina e molto umano

2' di lettura

Il famoso tennista Jannik Sinner è una macchina umana, anzi umanissima ma pur sempre macchina. Il 16 agosto scorso infatti, compiuti 24 anni, potrebbe aver assaggiato il dolce preparato per lui e, forse, un goccio di spumante, per veder cambiato il suo equilibrio che, da macchina, non accetta modifiche. Presentatosi infatti a Cincinnati (Ohio) due giorni dopo per disputare la finale del famoso torneo preparatorio all’US Open di Flushing Meadows di New York, Jannik si è ritirato nel primo set dopo soli 5 game tutti persi al cospetto di Carlos Alcaraz, numero due al mondo, come fosse svuotato di qualunque energia. Le scuse reiterate del ragazzo verso il pubblico, testimoniano il suo profondo imbarazzo per la pessima figura rimediata ma soprattutto vuol dare la testimonianza dolente a quanti ritenevano di poter assistere ad un epico duello, saltato clamorosamente soltanto per colpa sua.

Iniziato il Torneo Open di New York, eccolo dal 26 agosto inanellare in sei incontri altrettante vittorie concedendo ai diversi avversari soltanto due set. Non è la prima volta che Sinner alterna cose straordinarie a figure barbine, tutte motivate queste ultime da avvenimenti spiacevoli e, senza andare troppo lontano, partiamo dagli internazionali di Roma al Foro Italico e dal prestigioso torneo sulla terra battuta dal Roland Garros di Parigi. A Roma il 18 maggio Jannik ha lottato con Alcaraz solo nel primo set perdendo 7-6 e poi definitivamente sconfitto 6-1 nel secondo senza storia. Ma va riconosciuto che veniva da tre mesi di stop per la nota squalifica dopo la vittoria a Melbourne negli Australian Open di gennaio 2025 a scapito del tedesco Alexander Zverev battuto in tre set. Diversa è invece la sconfitta di Parigi l’8 giugno dove, dopo aver vinto i primi due set 6-4, 7-6 ed avuto tre match point nel terzo, ha incredibilmente sciupato tutto finendo per perdere l’incontro al quinto set, sconfitto ancora da Alcaraz. Ma poi è arrivato Wimbledon che il 13 luglio ha consacrato Jannik nell’olimpo tennistico, battendo finalmente in quattro set lo stesso Alcaraz dopo aver perso il primo

. Ma ecco che, fatale, è ricomparso al Flushing Meadows il “complesso Carlos” con un gioco fuori dalle regole che la macchina umana non concepisce per quella estrema variabilità che poco o niente ha a che fare con i rituali del tennis classico. Jannik, dopo uno scambio vincente che fa impazzire il pubblico, stringe forte la mano a mo’ di pugno, Alcaraz urla verso il cielo come un forsennato in gabbia con la canotta inguardabile.