Jannik Sinner, parola a 7 esperti: cosa deve fare per battere Alcaraz

di Leonardo Iannaccimercoledì 10 settembre 2025
Jannik Sinner, parola a 7 esperti: cosa deve fare per battere Alcaraz

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E ora cosa deve fare Jannik Sinner per dimenticare la finale persa all’Arthur Ashe Stadium contro Carlitos Alcaraz e riprendersi il trono di numero 1 del ranking Atp? Magari riducendo la distanza che lo divide dallo spagnolo in fatto di slam vinti? Attualmente il bilancio è di 6 major conquistati dal 22enne di Murcia (due US Open, due Wimbledon e due Roland Garros, dal 2022 a oggi) contro 4 di Sinner (due Australian Open, un Wimbledon e un US Open nell’ultimo biennio).

In particolare la statistica degli scontri diretti inizia a essere sbilanciata, con Alcaraz che grazie al successo di domenica si è portato avanti 10 a 5 e soprattutto ha vinto sette degli ultimi otto confronti, indipendentemente dalle superfici. In pratica negli ultimi due anni Sinner lo ha battuto soltanto a Wimbledon, poi ha sempre perso, spesso con uno scarto di pochi colpi vincenti, altre volte - come a New York - in maniera un po’ più netta.

Ebbene, nell’universo del tennis sono in molti a sostenere che c’è ancora lavoro da fare, soprattutto nel servizio che, domenica sera, è stato il tallone d’Achille del ragazzo di Sesto Pusteria, portato quasi sempre sotto le 130 miglia all’ora in fatto di velocità e di 50% di punti andati a segno.

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Lo sostiene, ad esempio, Paolo Bertolucci che ritiene la prima palla il punto di partenza necessario perché Jannik imponga il proprio ritmo infernale negli scambi e il pass-partout per aprire il campo contro lo spagnolo, così come era accaduto a Wimbledon. Il suo compagno di... doppio Adriano Panatta ritiene anche che Sinner debba compensare un vantaggio che Alcaraz possiede, ovvero la varietà dei colpi anche se la capacità di replicare in futuro e la continuità non gli mancheranno mai.

Interessante il punto di vista di Laura Golarsa: per la voce di Sky è necessario sporcare il servizio, ovvero dare differenti tagli al servizio, proprio come fa da tempo lo spagnolo. E, magari, anche verticalizzare maggiormente.

Sempre per quanto riguarda la prima palla, Ivan Ljubicic sostena che la non funziona al meglio se viene meccanicamente preparata nei movimenti. Ottimisticamente, Filippo Volandri è sicuro che sin da domani Jannik sarà in campo per lavorare e migliorare i movimenti del servizio ed elevarne sopra il 60% il rendimento. Nessun dubita che la grande filosofia del lavoro e l’intensità degli allenamenti con i due allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, riporteranno Sinner al top in un finale di stagione che lo vedrà impegnato a Pechino e nelle Finals di Torino.

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ADRIANO PANATTA «Sinner deve sempre imporre il proprio ritmo contro Alcaraz, come aveva fatto a Wimbledon. Quando lo spagnolo è al top della forma -possiede una tale variazione di colpi che il ritmo lo impone lui e Jannik fatica un po’».

IVAN LJUBICIC «Sinner ha vinto partite anche giocando male ma quando meccanicamente il servizio non funziona, parte male. Fra i due sono pochi i colpi di differenza anche se a New York ha fatto meglio Carlos».

DIEGO NARGISO «Immenso Alcaraz ma Sinner ha sbagliato troppe volte le palle di dritto in attacco nei game in cui ha subìto break.
Strano, sono sicuro che lavorerà molto anche su questo».

PAOLO BERTOLUCCI «Se Sinner serve prime palle sotto le 130 miglia orarie risulta poi difficile comandare il gioco da fondo campo».

CORRADO BARAZZUTTI «L’unica maniera di incidere nel gioco contro Alcaraz è sfruttare le pause che lui ha spesso, si è visto nel secondo set quando Sinner ha alzato il livello».

FILIPPO VOLANDRI «Da queste sconfitte Jannik elabora e impara: nel terzo set non ha servito bene come velocità e prime palle. È rimasto sotto il 50%. Da domani sarà sul campo per migliorare questo colpo».

LAURA GOLARSA «Cosa ha insegnato la finale di New York? Che Jannik deve cambiare qualcosa, come ha ammesso. Per esempio verticalizzare di più il gioco, sporcare il servizio come fa Alcaraz e lavorare sulla prima palla».