Difficile dimenticare la morte di Marco Simoncelli. Anche Claudio Costa, medico volto della Motogp, ricorda quel drammatico giorno del 2011 quando il campione perse la vita sul circuito di Sepang. E di quel drammatico giorno ha un rimpianto: "Sulla griglia di partenza Marco aveva in testa un asciugamano al contrario. Il padre lo bruciò, considerandolo un segnale sfavorevole", svela ai microfoni del podcast The BSMT.
E aggiunge: "Se fossi stato presente e avessi visto quell'asciugamano, gli avrei detto che gli dei quel giorno non lo avrebbero aiutato a vincere ma che, allo stesso tempo, avrebbe trionfato il weekend seguente a Valencia". La superstizione per lui non è una debolezza, semmai un pregio. "Ti dà l'illusione di poter controllare una realtà che non è sempre favorevole all'uomo".
Marco Simoncelli, "la foto che non rifarei mai più": lo strazio del fotografio della MotoGp"
Ventitré ottobre 2011: una delle date più strazianti della storia della MotoGp. Marco Simoncelli perdeva l...Poi, l'84enne ammette che quando la salma Simoncelli tornò a casa sua, a Coriano, "feci qualcosa di non regolare. Aprii la bara per permettere alla sorella di poterlo vedere. Vidi un documento, era la relazione dell'autopsia". A quel punto a Costa bastò una scritta: "No alcohol, no drugs". "No alcohol, no droghe". "Mi riempì di gioia, significava che Marco era rimasto un ragazzo pulito fino alla fine". Dopo tanti anni "Marco è diventato uno di noi. È qualcosa di più grande di un pilota. È un simbolo di coraggio e purezza. È parte di tutti noi che viviamo di moto e di passione".