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Urso: "Se non salviamo l'auto

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danni dieci volte superiori"

Albina Perri
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Il futuro è nelle city car, ma ora bisogna salvare la Fiat. Ancora. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, dice che è necessario, altrimenti i danni per lo Stato saranno dieci volte superiori alla pezza che ora stiamo per mettere alla crisi. «Non stiamo finanziando la Fiat, ma sostenendo l'intero comparto automobilistico che è il principale polmone produttivo del nostro paese, con decine di migliaia di imprese, oltre un milione di occupati, l'1,4% del Pil. Non saranno aiuti di stato, vietati dall'Unione europea, ma incentivi ecologici per stimolare i consumi, ridurre l'emissione di CO2 e dare fiato all'economia. Dobbiamo chiederci, se non intervenissimo quali sarebbero i danni per le casse statali?», prosegue Urso, intervistato da Italia Oggi. «È presto detto, se durasse l'andamento negativo delle immatricolazioni con il ritmo attuale avemmo nel 2009 una riduzione del gettito Iva di 700 milioni, due miliardi di minore gettito fiscale e 500 milioni di maggiori oneri per la cassa integrazione in straordinaria. In pratica il costo per le casse statali sarebbe 10 volte superiore».  Il sottosegretario sottolinea inoltre 'l'appeal' della Fiat su nuovi mercati. Lo dimostrano, spiega, «il caso Brasile, gli accordi con la Tata, gli investimenti in Serbia e in Russia» e soprattutto «l'intesa con la Chrysler. Chissà un giorno, visto l'impatto mediatico, magari vedremo anche Obama girare in 500 e comunque - conclude - il futuro è nelle city car, l'America l'ha capito tardi, Fiat l'ha anticipata».

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