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Cartabianca, l'Islam a Roma: "Che cosa piace ad Allah". Integrazione impossibile?

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"All'Islam piace così". Roma Est o Bangladesh, non fa differenza. Valentina Petrini realizza per #Cartabianca un reportage sulla comunità musulmana bengalese nella Capitale e il quadro è sconfortante: non c'è integrazione, le tradizioni bengalesi sono semplicemente importate a scatola chiusa in Italia e il rapporto con lo stile di vita occidentale è inesistente nel migliore dei casi, conflittuale nel peggiore. In una parola: le due culture sembrano incompatibili.

 

 

 

 

 

Al microfono del talk di Rai3, un uomo assicura. "L'Islam significa pace". Ma le donne? "Con il velo, devono essere sempre coperte. A Dio piace così". Quando gli mostrano alcune ragazze africane senza velo scuote il capo: "Non è accettabile per l'Islam. Loro sono africani, musulmani ma non originali".

 

 

 

La regola è il matrimonio combinato. "Se mia figlia dicesse no? La manderei via, fuori dall'Islam c'è l'inferno. Se la donna piace ai genitori, starà insieme a suo marito fino alla morte". "Lei dice a sua moglie cosa deve fare, come si deve comportare?", chiede la Petrini. "Sì, sì, sì". "Non è libera di dire niente?", "No, no no". "E sua moglie è contenta?", "Sì sì". La giornalista si fa portare a casa, dalla moglie che semplicemente dice di non capire l'italiano.

 

 

 

 

Nessuna donna della comunità risponde alle domande della Petrini. E le testimonianze di chi invece ha deciso di "ribellarsi" alle restrizioni della famiglia sono agghiaccianti: "Mi hanno semplicemente cancellato". Un 13enne e la sorellina frequentano la scuola islamica. "Nel Corano c'è scritto che dobbiamo portare il velo - spiega la bimba -, che dobbiamo fare cose carine, che non dobbiamo mangiare certe cose". E quando la Petrini chiede al fratello se da grande lui e la sorella avranno gli stessi diritti, la risposta è schietta: "Non lo so".

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