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Roberto Maroni al Viminale, chiamato da Luciana Lamorgese: clamoroso nella Lega, "ecco cosa c'è dietro"

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L’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni presiederà la Consulta per l’attuazione del Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato sottoscritto il 14 luglio scorso. L’insediamento dell’organismo è avvenuto oggi, mercoledì 20 ottobre, al Viminale, alla presenza del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, e del presidente del Consiglio nazionale di Anci, Enzo Bianco. Insomma, una bandiera della Lega, Maroni, chiamato al Viminale dalla Lamorgese, in questo momento uno dei principali bersagli del Carroccio. Un fatto piuttosto curioso.

 

 

 

L’organismo avrà il compito di dare impulso alle iniziative contro il caporalato previste, prevalentemente a livello locale, nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Per Maroni si tratta di un ritorno sulla scena politica dopo che alcuni mesi fa era stato costretto, per ragioni di salute, a ritirarsi dalla corsa alla carica di sindaco di Varese. Sul nuovo incarico, l’esponente leghista potrà contare sull’esperienza maturata come ministro sia degli Interni (due volte) e del lavoro; qui ebbe tra i suoi collaboratori il giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Br nel marzo del 2002.

 

 

Una mossa - prevede il Foglio - che è destinata a far parlare. Maroni è stato il predecessore di Salvini a capo della Lega L'ex governatore della Lombardia negli ultimi anni a più riprese ha criticato la linea dell'attuale leader della Lega, compreso quando stava al Viminale. E accettare un ruolo apicale nel ministero retto da uno degli obiettivi politici più attaccati dal Capitano leghista, sempre secondo Il Foglio, potrebbe essere interpretata come una mossa ostile da parte di Maroni. D'altronde, il rapporto tra lui e Salvini non è mai stato semplice.

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