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Carneficina al confine spagnolo, è allarme: immigrazione, cosa ci sta per accadere

di Fabio Rubini lunedì 27 giugno 2022

3' di lettura

Dopo la conta dei morti almeno 37 tra gli assaltatori e 4 trai poliziotti - e dei feriti, da Melilla, enclave spagnola in Marocco, iniziano ad arrivare anche le terribili immagini delle violenze seguite all'assalto. A rilanciarle per primo è stato via Twitter Matteo Salvini. Si vedono migliaia di profughi con sassi e bastoni che menano fendenti e gli agenti a guardia dei confini che rispondono con altrettanta violenza. Una mattanza che, fosse successa ad un Paese con un governo di centrodestra ci sarebbero già orde di bandiere della pace nelle piazze di mezza Europa, ma dato che in Spagna governano i socialisti, allora dell'accaduto non sembra fregare (quasi) niente a nessuno.

SOLO UN ASSAGGIO - Il problema è che quello di Mellila rischia di essere solo un assaggio - e pure piccolo di quello che presto potrebbe accadere. La «invasione dell'Europa» di cui parla Salvini, dopo gli anni del Covid che hanno rallentato tutto, pure gli sbarchi, è ripresa a ritmi serratissimi, aggravata anche dalla crisi economica, dalla guerra del grano e dalla siccità che certo nel medio termine non aiuterà i popoli già in difficoltà, soprattutto quelli africani. Per alcune organizzazioni saranno circa 150mila i profughi che sbarcheranno in Europa entro l'estate. Altre, invece, parlando di milioni di persone in movimento. L'unica cosa certa è che l'Italia, porto naturale nel Mediterraneo, è già stata presa d'assalto. Secondo i dati del Viminale, aggiornati al 24 giugno, sono sbarcati sulle nostre coste 25.988 persone contro le 19.361 del 2021 e le 6.353 del 2020. E la pressione che i Paesi africani porranno sui confini europei è destinata ad aumentare. Anche ieri due barconi con a bordo centinaia di persone, sono finiti alla deriva in balia delle onde a largo delle coste libiche. Il bilancio dei morti a ieri sera era fermo a uno, ma l'Ong Alarm Phone lamenta soccorsi troppo lenti.

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Il già citato Salvini nel tweet ha parlato di «Melilla, città spagnola sulla costa del Marocco invasa da circa duemila clandestini, armati di pietre e bastoni. Morti anche agenti di polizia. Immagini impetuose. In Italia e Europa c'è posto per tutti?», si chiede il leader della Lega, che si risponde: «No. assolutamente no». 

A sorprendere in questa vicenda è la netta presa di posizione dell'Unione europea, la stessa che per anni ha abbandonato l'Italia, firandosi dall'altra parte per non vedere gli sbarchi a ripetizione. La stessa che ha condannato - a parole- Salvini quando era ministro dell'interno e si batteva per difendere i confini dell'Italia che, "accidentalmente", coincidono con quelli della Ue. Così Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, durante la conferenza stampa del G7, ha spiegato che «L'Unione europea da il totale sostegno alla Spagna per la protezione dei confini Ue. Tutti noi sappiamo che quella della migrazione è una questione difficile». Soprattutto se non la si affronta, cosa che l'Europa ha fatto praticamente da sempre.

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LE REAZIONI - La presa di posizione di Michel mette in imbarazzo soprattutto la sinistra nostrana. Lo dice senza tanti complimenti il deputato dem Erasmo Palazzotto, che parla di: «Una vergognosa conta inarrestabile di morti. La colpevole inadeguatezza di queste politiche Ue fa orrore». Ma da più partisi chiede di fare chiarezza sull'accaduto. 

A finire nel mirino delle critiche sono soprattutto le forze armate marocchine che, secondo gli accusatori, Pietro Bartolo avrebbero reagito «in maniera sproporzionata» all'assalto dei 2mila migranti. L'Ong spagnola Caminando Fronteras, specialista in migrazione tra Africa e Spagna, ha chiesto in un comunicato «l'apertura immediata di un'indagine giudiziaria indipendente», mentre Eduardo de Castro, sindaco di Melilla e massima autorità politica di questa città autonoma, ha denunciato una «risposta sproporzionata» del Marocco al tentativo di passaggio dei migranti. L'impressione, però è che quello dell'enclave spagnola in Marocco sia solo l'antipasto di un'estate che si annuncia caldissima.

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