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Immigrazione? Vorrei tanti africani e asiatici al posto dei fannulloni...

Iuri Maria Prado
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Io ho una visione un po' romantica dell'immigrazione, e cioè vorrei che arrivassero tanti stranieri con voglia di lavorare, tanti africani e asiatici vergini di diritti acquisiti da mettere al posto dei fannulloni del carrozzone pubblico e a far concorrenza ai ventottenni che accettano l'impiego a patto che sia sotto casa e con due irrevocabili mesi di vacanza. Temo che questo invece non sia l'intendimento di chi nemmeno vagamente si pone il problema di integrarli in un sistema produttivo e competitivo, e tira piuttosto a farne un'altra massa di sindacalizzati da caricare sui conti del nostro welfare straccione ma costosissimo. 

Il progressista che denuncia l'inumanità dell'inibitoria dello sbarco (e avrebbe titolo per farlo se identici provvedimenti non fossero stati assunti anche nel corso dei governi progressisti, con la differenza che non andavano in prima pagina), dovrebbe spiegare se ha in testa qualcosa di diverso, per questa gente, rispetto alla soluzione ormai ordinaria: e cioè l'intubazione alla tetta di Stato rifornita dall'italiano su sei che lavora. Chi non ha le mie fantasie immigrazioniste - e tutti i torti non riesco a darglieli - pensa che un'altra quota di sfaccendati non gli va mica tanto di mantenerla; e siccome è uno che da gennaio a luglio si fa il mazzo non per comprarsi la fuoriserie, ma per pagare le tasse, c'è caso che dargli di egoista sia sbagliato quanto pretendere che questi altri poveretti non vengano da noi alla ricerca di una vita migliore. 

Peggio del porto chiuso c'è il sistema che li manda in piantagione schiavista, e i meritevoli in lista d'attesa per preparare pranzetti etnici e spolverare le librerie nelle tenute di campagna dell'Italia democratica. 

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