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Immigrazione, nuovi Cpr: ecco il piano per gli "smistamenti". E il Pd perde la faccia

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Entro due mesi arriverà il piano per l'apertura dei nuovi Cpr (centri di permanenza per i rimpatri) su tutto il territorio nazionale: il governo fornisce maggiori dettagli sulla novità discussa ieri in Cdm. Tra le nuove norme sull'immigrazione, infatti, c'è anche l'aumento dei mesi di detenzione per i migranti che cercano di entrare illegalmente nel Paese e di conseguenza la necessità di incrementare il numero di centri per l'accoglienza in tutta Italia. "Ce ne sarà almeno uno per regione", ha spiegato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

Non tutti, però, si sono detti d'accordo con questa soluzione. Uno dei primi a dire no è stato il governatore della Toscana Eugenio Giani, che non darà il via libera a nessun Cpr sul territorio da lui amministrato. Ma non è il solo. Il presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher ha detto che darà l’ok solo se il centro servirà alle esigenze del suo territorio, senza accogliere migranti da fuori dell’Alto Adige.

Nonostante questo, il Viminale tira dritto: il piano, come si legge sul Corriere della Sera, punta a riutilizzare caserme dismesse. Ma non solo: si cercano anche edifici in località poco popolate, facilmente recintabili e sorvegliabili, come spiegato dalla premier Giorgia Meloni. Una volta individuato il sito, si procederà con l'allestimento. I centri, inoltre, non saranno presidiati dalle forze armate, ma soltanto da quelle di polizia. L'intenzione è quella di individuare almeno 10 nuovi siti in aggiunta ai 10 già presenti in Italia, i quali hanno una capienza che va dai 50 ai 200 posti. Le regioni in cui ancora non c'è un Cpr sono Valle d’Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Molise, Campania e Calabria.

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