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Immigrazione, la promessa della cittadinanza facile della sinistra fa aumentare gli sbarchi?

Fausto Carioti
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Il dibattito pubblico sulla concessione facile della cittadinanza e sull’aumento degli ingressi per gli extracomunitari ha rilanciato il “marketing” dei viaggi illegali verso l’Italia. Negli ultimi quindici-venti giorni in Libia e Tunisia è ripartita la grancassa che promuove le partenze. Segnalazioni precise al riguardo sono giunte al governo di Roma nei rapporti degli analisti che dal nord Africa sovrintendono al dossier sull’immigrazione. Raccontano che, al di là dello Stretto di Sicilia, la percezione diffusa è che l’Italia stia cambiando linea politica su cittadinanza e accoglienza. E che questo sia il momento giusto per prenotare un posto su un barcone.

Certe “promesse” agli immigrati, infatti, non restano nei nostri confini. Girano nelle chat, sugli smartphone africani, e a chi non parla l’italiano basta un gesto sullo schermo per tradurle nella propria lingua. Anche perché la mafia degli scafisti ha tutto l’interesse a far sì che esse abbiano ampia circolazione, essendo la migliore pubblicità per il suo business. I dati sugli sbarchi confermano che l’allarme è fondato. Negli ultimi giorni il numero di irregolari giunti sulle coste italiane è schizzato in alto all’improvviso. Dopo un periodo di relativa tranquillità (nessun arrivo nei giorni 11, 13, 14 e 15 settembre), si sono registrati 1.112 sbarcati il 21 settembre (record del mese), 426 il 22 e altri 620 il 23. Una sequenza che ha fatto accendere le luci rosse sui monitor del Viminale. Nelle stesse date del 2023 si registrarono quattro «eventi», ossia sbarchi, che portarono in Italia 111 migranti; stavolta gli sbarchi registrati sono stati 47 e gli sbarcati 2.158, quasi venti volte di più. Che succede?

 



Il motivo, spiegano al ministero dell’Interno, non è un cambio di atteggiamento da parte delle autorità di Tripoli e Tunisi, con cui il governo di Giorgia Meloni ha stretto accordi per combattere le partenze illegali. Le motovedette libiche e tunisine fanno sempre la loro parte, le stime ufficiose del Viminale dicono che continuano a bloccare l’85-90% delle partenze, come avviene da molti mesi. Che è una percentuale alta, ed è la ragione per cui quest’anno il numero degli arrivi in Italia è crollato.

La brusca inversione si spiega con il boom dei tentativi di partenza. Quando questi decuplicano, anche se l’efficacia di chi intercetta gli scafisti resta su quei valori elevati c’è sempre un 10-15% che riesce a farcela, e fatalmente si moltiplicano per dieci pure coloro che arrivano in Italia. E ora a far esplodere il numero delle partenze, si legge nei rapporti giunti a Roma, è stata proprio la diffusione delle notizie sul dibattito riguardo al superamento della legge Bossi-Fini, sulle pressioni per far entrare un maggior numero di badanti (ruolo per cui non serve una specializzazione particolare, e che quindi si presta a diventare una sorta di passe-partout) e sulle spinte di forze politiche e sindacati in favore di una concessione più facile della cittadinanza agli extracomunitari. Come l’introduzione dello ius scholae (il tormentone dell’estate) e l’abbassamento a cinque anni (rispetto ai dieci attuali) del periodo di residenza necessario per aver diritto al passaporto italiano, previsto dal referendum che ha appena ottenuto le cinquecentomila firme richieste dalla legge.

Sanno benissimo, in Libia, Tunisia e negli altri Paesi da cui ha origine l’immigrazione diretta verso il sud Europa, che basta che un membro della famiglia ottenga la cittadinanza italiana per aprire le porte a tutti gli altri, sfruttando la possibilità del ricongiungimento familiare. Il confronto con gli anni passati resta comunque molto positivo. Dal primo gennaio a ieri sono sbarcati in Italia 47.569 immigrati, numero che indica un crollo del 64% rispetto al 2023 e del 32% sul 2022. Ma il trend che è stato così difficile da correggere può cambiare in poco tempo, se sulle coste del nord Africa si diffonde il racconto di un’Italia pronta a dare accoglienza e un passaporto facile a chiunque scenda da un barcone.

 

 

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