Ferrara e Valdarnini piccoli boss di Suburra, con molte fragilità

mercoledì 4 ottobre 2017
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Roma (askanews) - Sono tre giovani, diversi per origine, ambizioni e passioni, i protagonisti di "Suburra", la prima serie tv originale Netflix italiana, diretta da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi, disponibile dal 6 Ottobre in 10 episodi. Alessandro Borghi è Numero 8, figlio di un boss di Ostia, Spadino il figlio di un capo rom, Lele quello di un poliziotto che si infila in un gioco più grande di lui. In una città corrotta puntano a conquistare il loro spazio. E anche loro, in qualche modo, sono vittime oltre che carnefici, come spiegano Giacomo Ferrara e Eduardo Valdarnini. "Quando mi approccio a fare un cattivo - spiega Ferrara - non parto mai dal fatto che è cattivo, ma parto sempre da un punto di sua sofferenza. Nel caso di Spadino è il non essere accettato, in quanto individuo dentro quella cultura, quella società, o comunque non riuscire a trovare il suo spazio a causa del fratello". "La sofferenza del mio personaggio è giustificata da qualcosa che umanamente potrei sentire anche io. Che cosa sente? E quindi poi uno gioca sulla ricerca di quell'elemento là". Ferrara era Spadino già nel film "Suburra", Valdarnini si è fatto notare nel film di Cristina Comencini "Qualcosa di nuovo". La serie Netflix, che va su una piattaforma che ha 100 milioni di utenti, per loro è un'occasione di visibilità enorme. "Mentre lavoravo - dice Valdarnini - sinceramente non pensavo a ciò che sarebbe stato, quindi in realtà sto cercando ancora di orientarmi, ad oggi ancora questo. Lo vivo con leggerezza comunque". "Una piattaforma come Netflix dà un grosso risalto. Però personalmente non ci voglio pensare. Poi non lo sai. La cosa sicura è che devi lavorare ancora di più per fare altro... Questo è il principio".