Milano, 7 mar. (askanews) - "Il mio percorso nella fotografia è iniziato più di vent'anni fa per gioco e dopo vent'anni continua a essere un gioco, che oggi incarna una professione che funziona e che mi rappresenta anche". Si presenta così Matteo Gastel, fotografo di fama internazionale e in un certo senso erede dello zio Giovanni Gastel, di cui è stato allievo e assistente. Il suo lavoro spazia dalla moda allo still life, dai cataloghi al cinema e nel corso degli anni si è confrontato anche con l'evoluzione della tecnologia.
"Io ho vissuto un cambio fotografico tra la fotografia analogica e quella digitale - ci ha detto Gastel dalla sede di Canon Italia a Cernusco sul Naviglio, dove lo abbiamo incontrato - ed è un cambio che è successo al 100% con tecnologia Canon, perché la mia prima macchina digitale è stata la 1D. E' stato un percorso di affinamento perché l'estetica della macchina fotografica analogica secondo me non può essere sostituita dalla macchina fotografica digitale, ma sono due estetiche a confronto, sono due mezzi che devono essere sfruttati per quello che possono offrire".
La tecnologia si diceva, come supporto alla creatività. Una relazione che per Canon Italia è molto stretta e che si trasforma in costanti investimenti che nascono, ci assicurano dall'azienda, anche dall'ascolto dei fotografi, professionisti o amatoriali che siano.
"Di fatto - ha spiegato ad askanews Paolo Tedeschi di Canon Italia - continuiamo a investire circa l'8% del nostro fatturato globale in ricerca e sviluppo, senza mai perdere di vista la sostenibilità. Questo significa per noi un approccio concreto al futuro che il mercato ci chiede, perché per i fotografi e tutto l'ecosistema Canon il futuro è adesso: abbiamo un ecosistema di Ricerca e sviluppo adeguato ai cambiamenti. Non ultimo il sistema VR che ci permette di proiettarci nella creazione di contenuti con la tecnologia che servirà al Metaverso".
E gli strumenti tecnici sono stati importanti anche per un nuovo lavoro di Matteo Gastel, chiamato a fotografare in Norvegia tutto il processo di produzione del film "The Hanging Sun", coproduzione italo-britannica di Sky, Catteleya e Groenlandia diretta dal regista Francesco Carrozzini.
"Ho potuto farlo - ci ha raccontato il fotografo - grazie a dei mezzi tecnologici che Canon mi ha messo a disposizione, nella fattispecie una macchina fotografica molto simile a quella che utilizzo io, ma con una differenza sostanziale, cioè la possibilità di scattare in elettronico. Quindi permette di scattare in silenzio assoluto, quindi anche durante le riprese di un film. Senza questa macchina non avrei potuto fare questa esperienza, ed è stata una bella unione di forze e di supporti tecnologici".
Alla fine dell'incontro ci piace pensare che l'occhio di un fotografo non sia sostituibile, ma che esistano modi e tecnologie che ne allargano le possibilità creative in un dialogo che continua ad alimentarsi.