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Mariupol, la sparata di Sergej Lavrovl: "Ospedale? Non proprio, ecco cosa abbiamo colpito"

Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov a proposito del bombardamento russo sull’ospedale pediatrico di Mariupol, ha sostenuto che l’ospedale “era diventato una base del battaglione Azov (il gruppo paramilitare di estrema destra attivo nel Sud dell’Ucraina, n.d.r) e le donne e i bambini erano stati portati via”. Secondo il municipio della città di Mariupol, l’attacco russo ha invece provocato vittime civili: “Tre persone sono morte, inclusa una bambina”, ha detto il comune su Telegram. Inizialmente il comune aveva riferito un bilancio di 17 feriti. “In merito al reparto maternità. Non è la prima volta che assistiamo a delle grida patetiche sulle cosiddette atrocità compiute dalle forze armate russe”, ha affermato Lavrov. “Nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la nostra delegazione ha presentato i fatti secondo cui questo reparto di maternità è stato occupato da tempo dal battaglione Azov e da altri estremisti. Le donne incinte, le infermiere e tutto il personale sono stati portati fuori. È la base del battaglione ultra-radicale Azov. Questi dati sono stati presentati tre giorni fa”.

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