Il caso

Panda torna in Cina dopo vent'anni, tensione con gli Usa: "Maltrattata"

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È tornata in Cina Ya Ya, panda gigante che ha trascorso gli ultimi 20 anni nello zoo di Memphis, in Tennessee, in virtù di un contratto di prestito ventennale con l’Associazione cinese dei giardini zoologici. Ya Ya è atterrata a Shanghai nel pomeriggio locale di giovedì, al termine di un viaggio che è stato molto seguito anche online. I media statali cinesi hanno trasmesso in diretta l’arrivo del panda, che sbancava in quattro fra i 10 argomenti più di tendenza sul social media cinese Weibo. All’inizio di aprile lo zoo di Memphis aveva organizzato una festa d’addio per Ya Ya.

Da mesi, le condizioni non ottimali della ventiduenne femmina di panda sono state oggetto di polemiche, alimentate anche dalla morte improvvisa del compagno. Da simbolo del soft power, la vicenda di Ya Ya si è connotata di tensioni politiche, entrando nella disputa tra Cina e Stati Uniti, i cui rapporti si sono da anni deteriorati su diversi punti della cooperazione, e in particolare sulla questione di Taiwan. L’orsa del bambù è apparsa dimagrita e un po' spelacchiata nelle foto recenti, destando le preoccupazioni di molti, in Cina, e la disapprovazione dei più nazionalisti, che hanno visto nelle sue condizioni un esempio vivente di quel "bullismo" e di quella "repressione" di cui la Cina incolpa costantemente gli Stati Uniti sul piano diplomatico. Ad aumentare le connotazioni politiche della vicenda è intervenuto anche il contrasto con le immagini diffuse on line di due panda in piena forma fisica dello zoo di Mosca.