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Marò, l'India deciderà se prorogare il permesso in Italia

La Corte Suprema indiana valuterà giovedì se concedere a Massimiliano Latorre una proroga del permesso di permanenza in Italia, concesso per motivi sanitari. Latorre, in convalescenza dopo l'intervento al cuore del 5 gennaio scorso, sta seguendo infatti in Puglia un programma di riabilitazione, ma il suo permesso temporaneo scade domenica. Proprio domenica, in assenza di una proroga, il fuciliere del battaglione San Marco accusato insieme a Salvatore Girone dell'uccisione di morte di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala mentre era in missione anti-pirateria, dovrebbe rientrare in India. La proroga chiesta dai suoi legali sarà valutata dai giudici A R Dave e Kurian Joseph. Nel frattempo Girone rimane ancora in India, da tempo alloggiato nella dependance annessa all'ambasciata italiana di New Delhi: a Pasqua ha ricevuto la visita dei famigliari (la moglie e i due figli), ma a dicembre gli era stato negato il permesso di rientrare in patria per Natale. Intanto la loro vicenda, cominciata il 15 febbraio del 2012, è ancora in un limbo giudiziario perché i due non sono mai stati neanche formalmente incriminati e ha invece scatenato un lunghissimo, quanto finora inefficace braccio di ferro diplomatico tra Italia e India. Il governo Renzi ha impresso un'accelerazione: ha detto a più riprese che la questione è in cima alla propria agenda e che è in corso un dialogo con l'India per arrivare a una soluzione consensuale. Tra l'altro, proprio un paio di settimane fa, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha detto di aver sollecitato un nuovo intervento del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, e che il "numero uno" del Palazzo di vetro si è riservato di farlo. Di fronte all'impasse, il governo italiano ha sempre la possibilità aprire quell'arbitrato internazionale che finora è stato "congelato" intravedendo una soluzione diplomatica con New Delhi.

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