Bortolussi (Cgia) a Belpietro: "La P.A. deve alle aziende dai 70 ai 120 miliardi"
L'attenzione dei media è concentrata sul voto per eleggere i presidenti delle due camere, ma decine di piccole-medie aziende chiudono ogno giorno. Ospite de La telefonata di Maurizio Belpietro è Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, l'autorevole think tank italiano che da tempo denuncia i mancati pagamenti della P.A. nei confronti delle aziende. I crediti vantati dalle aziende, dichiara Bortolussi, "sono circa 70 miliardi di euro, ma c'è anche chi parla di 90 o addirittura di 120 miliardi". Il segretario, sollecitato, da Belpietro, racconta: "Quando abbiamo chiesto al governo Monti di compensare i crediti con le tasse che gravano sulle aziende ci è stato detto che sarebbe stata una scelta immorale". Poi denuncia: "Nell'estate dell'anno scorso hanno fatto 4 decreti per i pagamenti della P.A. ma, ciononostante, alle aziende finora sono arrivate 3 milioni di euro". E, amaro, aggiunge: "Ciò vuol dire che ci vorrebero 1900 anni per pagare tutti i debiti". Chiede Belpietro: "Ma un'azienda non ha uno strumento per rivalersi sulla Pubblica ammistrazione?". Spiega Bortolussi: "C'è una direttiva della Ue, in vigore dal 1° Gennaio, che obbliga gli stati europei ai pagamenti alle aziende entro 30 giorni. Ma - lamenta - non è successo praticamente nulla". Secondo Bortolussi, però, il vero problema è il patto di stabilità, che obbliga tutti i comuni, sia quelli virtuosi che quelli spreconi, a non superare un certo limite di spesa. Per cui, auspica Bortolussi, "è necessaria una riforma del patto di stabilità". L'inerzia del governo, chiosa Bortolussi, è dovuta al fatto che i crediti commerciali non sono conteggiati nel debito pubblico, dicendosi convinto che è questo il motivo per cui non pagano.