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Walter Veltroni, fra "Ciao" e la "grande Rai": "Sono di sinistra per le macchinine..."

"Parlandoci ci raccontiamo, dagli Anni Trenta fino a oggi", spiega Walter Veltroni, ex sindaco di Roma e segretario Pd della prima ora, a Terni dove interviene per presentare Ciao (Rizzoli, 2015). Nel libro Veltroni ricorda il padre Vittorio, mai conosciuto, celebre reporter italiano, sceneggiatore e inviato di guerra. La presentazione è occasione anche di un' analisi storica del giornalismo, con annessa celebrazione della RAI e dei suoi protagonisti, che hanno raccontato l' Italia dei tempi della Ricostruzione. Analisi che, non volendo forse, può passare per una celebrazione del servizio pubblico e alcuni esponenti politici: "quella meravigliosa generazione della quale fanno parte anche uomini come Ciampi e Napolitano". Al di là degli excursus, però, l' attenzione della serata è incentrata sulla figura paterna, per la quale sono spese parole scevre di strumentalizzazione politica. Al di là di tre battute: "fare il padre è più difficile di fare il sindaco di Roma"; "scelsi Kennedy e non Breznev perché là (in Russia, ndr) non c' era libertà" e, ricordando la cattura del nonno da parte dei tedeschi "va ricordato che i nazisti erano cattivi, ma i fascisti non erano da meno". Con tanto di citazione de La vita è bella dell' immancabile Roberto Benigni. Forse, da evitare, l' uscita sulle macchinine che gli erano state rubate: " mia madre mi disse: 'pensa, adesso c'è un bambino povero che ha le macchinine'. In quel momento scelsi di diventare di sinistra". di Marco Petrelli  @marco_petrelli

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