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Coronavirus, Giovanni Rezza sulla riapertura delle scuole il 6 gennaio: "Troppo presto per dirlo, decessi elevati"

“È ancora presto per dire se potremo o meno riaprire completamente le scuole”. Così Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, si è espresso nel corso della conferenza stampa in cui ha analizzato la situazione epidemiologica attuale dell’Italia. Il bollettino di oggi non è stato particolarmente incoraggiante a causa degli 846 decessi, quasi il doppio di ieri: “Purtroppo è un dato molto elevato. Queste fluttuazioni sono dovute anche a problemi di segnalazione più o meno tempestiva, però 846 sono ancora un numero drammatico e questo sta a significare che le persone infette sono davvero molte. In questi due-tre mesi che sono trascorsi dopo la fase estiva abbiamo avuto una ripresa dell’epidemia veramente imponente”.

Tornando alla scuola, Rezza ha quindi messo in dubbio la riapertura dopo il 6 gennaio: “Intanto dobbiamo tenere bassa la circolazione virale. Siamo riusciti ad abbassare l’Rt ma purtroppo l’incidenza di nuovi casi è ancora elevata, il che produce molti nuovi casi di infezione. Bisogna abbassare di molto l’incidenza altrimenti è difficile parlare di ripresa completa di tutte le attività”. Inoltre Rezza ha sottolineato che l’Italia è ancora oltre la soglia critica per l’occupazione dei posti in terapia intensiva e di area medica, anche se in regioni come la Campania - dove sono state applicate misure più restrittive - la situazione è migliorata parecchio”. Infine il direttore generale della Prevenzione ha confidato di ricevere mail “un po’ minacciose” che rinfacciano alla sanità di rallentare l’economia: “Ma è colpa del virus, non delle misure. Se non si prende alcun provvedimento alla fine saremo costretti a fare il lockdown generale, che è quello che si vuole evitare”. 

Fonte video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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