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Bloody Sunday, 50 anni dopo le foto di Gian Butturini raccontano ancora l'orrore. La mostra a Milano


Il 30 gennaio 1972 a Derry, nell’Irlanda del Nord, l’esercito britannico spara sulla folla di manifestanti uccidendone quattordici. Quelle persone - donne, bambini, uomini giovani e anziani - marciavano contro l’introduzione dell’internamento senza processo decisa dal governo unionista e che aveva già portato alla detenzione di centinaia di militanti o semplici simpatizzanti della causa repubblicana. A cinquant’anni di distanza la Still Fotografia di Milano ricorda la strage del Bloody Sunday con la mostra degli scatti di Gian Butturini. Nicoletta Orlandi Posti, in questa rubrica di ART’è, ha intervistato Gigliola Foschi, curatrice insieme a Stefano Piantini della mostra Gian Butturini. Un fotografo contro. Le 50 fotografie raccontano, da un lato, le contraddizioni di Londra alla fine degli anni Sessanta, nel periodo passato alla storia come quello della Swinging London, quando cioè la capitale inglese era diventata un crogiolo di nuove tendenze legate alla moda, alla musica, all’arte e alla cultura in genere, dall’altro, le tensioni politiche e sociali nell’Irlanda del Nord, seguiti al Bloody Sunday. Butturini, che iniziò a scattare immagini sul conflitto nordirlandese una settimana dopo i fatti di Derry, testimonia la radicalizzazione della situazione politica e militare in quel Paese. Butturini non cerca di creare immagini volutamente forti, fissando azioni belliche o di protesta, quanto, da fotoreporter, far vedere e far capire ciò che sta accadendo tra barricate, cavalli di frisia, fili spinati, soldati armati di mitragliatori, auto bruciate ai lati delle strade E lo fa con grande capacità di testimonianza, di composizione fotografica unite a una altrettanto notevole sensibilità politica e umana. Catalogo Still - Pazzini Editore.
La mostra è gratuita e merita di essere visitata. Fino al 6 marzo 2022

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