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Ucraina, Vittorio Feltri: "Le sanzioni alla Russia non servono a nulla, dobbiamo pensare alla nostra saccoccia..."

Vittorio Feltri, direttore di Libero, dedica il suo video editoriale di oggi alla guerra in Ucraina. "In questi giorni, è fatale, si deve parlare solo di guerra", esordisce il direttore. "Una parola che fa paura anche solo a pronunciarla e il fatto che i cannoni abbiano già iniziato a sparare fa tremare i polsi anche agli italiani, perché è come evocare un passato che si pensava non tornasse più. Naturalmente l'uomo è troppo ottimista, ma deve sapere che le guerre ci sono sempre state: da quando ha messo piede sulla Terra, non ha fatto altro che litigare. Del resto si litiga in famiglia, figurarsi cosa può succedere quando ci sono di mezzi terreni, Stati come in questo caso". "Non riusciamo tuttavia a capire", incalza Feltri, "per quale m"lotivo ogni volta che succede un fatto internazionale che viene criticato, molti altri Paesi applicano le cosiddette sanzioni". "Anche in questo caso", fa notare il direttore, "la prima cosa che ha fatto l'Europa, gli americani, è stata quella di affibbiare delle punizioni di carattere commerciale alla Russia senza valutare che ogni volta le sanzioni sono state applicate, anche negli ultimi anni e in diverse circostanze, non hanno mai sortito nessun effetto positivo". "In sostanza", prosegue Feltri, "i Paesi cosiddetti canaglia, cioè quelli che non hanno una democrazia consolidata, quando subiscono delle sanzioni se ne strafregano perché nelle dittature comanda il capo e gli altri naturalmente devono chinare la testa e ubbidire". "Noi italiani", incalza Feltri, "abbiamo dovuto aderire a queste nuove sanzioni inflitte alla Russia e lo abbiamo fatto senza valutare che effettivamente è molto rischioso. Se la Russia ci ripaga con egual moneta a sua volta potrebbe infliggere a noi le sanzioni, la più importante delle quali sarebbe la sospensione delle forniture di gas che manderebbe il Paese a carte quarantotto". "Io, fossi in Mario Draghi", dice Feltri, "sì, cercherei di aderire formalmente alle sanzioni, ma preoccupandomi di parlare con Vladimir Putin e fargli presente la situazione. Non fare cioè una cosa conflittuale, ma amichevole, anche perché a noi", ricorda il direttore, "Putin non ha mai dato alcun fastidio". "Bisogna tener conto anche di questo, perché un conto è la difesa militare, e allora l'Italia è giusto che faccia parte della Nato e si pari le spalle, quando però si parla di economia, di commercio", conclude Feltri "conviene pensare alla saccoccia, alla tasca, non pensare di questioni di principio che sinceramente lasciano il tempo che trovano".  

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